21-22 dicembre 2017, Spazio ZUT!
Siamo spettatori tutti i giorni e costantemente ci imbattiamo in prodotti di varia natura concepiti per ottenere trasmettere informazioni, estorcere sensazioni, instillare emozioni. Ma siamo diventati anche spettatori connessi, fruitori che producono contenuti come i soggetti di una conversazione. Quale luogo migliore per mettere alla prova queste condizioni se non il teatro, l'etimologico “luogo della visione”, dove una comunità osserva se stessa, riflette, discute, racconta? Dunque che cosa possiamo chiedere all'arte e al teatro, affinché l'essere spettatori torni a essere una condizione attiva? Pensiamo in particolare all'immaginario di chi oggi cresce, agli incontri ipoteticamente orizzontali e non gerarchici con diversi prodotti artistici, spesso però incasellati dentro logiche del consumo. Quale è il ruolo di chi educa all’arte? Abbiamo in mente un primo “livello” che mira a favorire l'accesso, ad abbattere barriere ma è ancora possibile incoraggiare il mistero, la verticalità? Come evitare di “spiegare tutto”? Come immaginare un ruolo di mediazione evitando che si trasformi in assistenzialismo?
Queste e altre domande saranno al centro di due giornate di lavoro di stampo seminariale, pensate in particolare per chi ricopre funzioni educative di ogni ordine e grado (insegnanti, educatori, formatori, conduttori di laboratori ecc). Attraverso un percorso dialogico e collaborativo, ci si porranno domande attorno al possibile ruolo del teatro nella società di oggi e a come ci pensiamo spettatori, provando a domandarci che cosa si cerchi nell'opera d'arte anche al fine di rivolgere tale questione ai più giovani.
La partecipazione è gratuita. Per info: 389 0231912 - www.spaziozut.it