Ascoltare l’infanzia
A cura di Rodolfo Sacchettini
Chi ha confidenza con l’invisibile, chi ha una naturale propensione nel saper guardare oltre le immagini, chi sa giocare con l’immaginazione, chi è stretto alleato delle emozioni sovrane, dalla paura alla gioia, dal riso al pianto, chi ha la meraviglia negli occhi, e soprattutto nelle orecchie… non può che essere amico della radio. E la radio ricambia. Ma ha ricambiato, nel corso della sua storia, a fasi alterne e non sempre dimostrandosi all’altezza dei suoi piccoli amici.
Questo ciclo di radiodrammi comprende opere che intercettano l’universo dell’infanzia o perché lo raccontano o perché sono realizzate con bambini. Nello specifico il ciclo si compone di due opere originali realizzate in occasione del progetto “Radio e infanzia” a cura di Rodolfo Sacchettini all’ultimo Festival di Santarcangelo e di tre radiodrammi recuperati dai ricchissimi archivi della Rai. Le opere originali sono realizzate da due importanti compagnie del teatro di ricerca italiano: I Sacchi di Sabbia con Marmocchio. Una specie di Pinocchio di marmo, un radiodramma per “infanti di tutte le età” e Giallo di Fanny & Alexander, un’immersione dentro le parole dei bambini.
Due delle opere d’archivio sono esempi tipici della radiofonia degli anni Cinquanta. Gli autori sono Anna Luisa Meneghini e Gian Domenico Giagni, figure attivissime e importanti nel periodo d’oro del radiodramma italiano. Le formiche parte dalla favola di La Fontaine per raccontare una tragica storia d’amore tra due giovani e La notte di Bertìl è un’avventura notturna dentro le sale di un misterioso palazzo abbandonato, rito di iniziazione tra infanzia e giovinezza.
Il ciclo si chiude con un capolavoro della radiofonia italiana: Giochi di fanciulli di Giorgio Pressburger. Anche in questo caso sono le voci dei bambini il viatico privilegiato per un’avventura sonora che ci parla della vita e della morte, e che, dopo decenni di dittatura dell’immagine, può risvegliare un’attenzione particolare all’arte dell’ascolto.
Giorgio Pressburger
Giochi di fanciulli (1970)
durata 32’35’’
Sabato 23 novembre | ore 23.00
Protagonista della produzione radiofonica italiana, Giorgio Pressburger con Giochi di fanciulli vince il Prix Italia per programmi stereofonici nel 1970. È un radiodramma molto particolare perché si presenta come ibrido tra documentario e opera astratta. Assai calibrato e preciso, Giochi di fanciulli non utilizza un vero e proprio testo, ma non è privo di narrazione, seppur questa emerge lentamente e in maniera originale. Tramite la registrazione di ventisei giochi si rappresenta il ciclo della vita, con i suoi riti e i suoi passaggi. L’ispirazione nasce dalla visione del quadro omonimo di Pieter Bruegel il Vecchio che ritrae una piazza di paese piena di bambini intenti a giocare.
Tra le opere sperimentali più significative della radio italiana, Giochi di fanciulli è stata trasmessa in molti paesi del mondo.
Gian Domenico Giagni
La notte di Bertìl (1950)
durata 40 minuti circa
Domenica 17 novembre | ore 20.30
Gian Domenico Giagni, autore, regista e giornalista, è stato tra le figure più importanti e significative della rinascita della radio nel dopoguerra. Oltre a dar vita con Leonardo Sinisgalli e altri alla celebre rubrica culturale e poetica il Teatro dell’usignolo, ha contribuito a rinnovare l’arte radiofonica curando la regia o realizzando numerosi radiodrammi, tra questi il più noto è La domenica della buona gente, firmato assieme all’amico Vasco Pratolini.
La notte di Bertil è tra i suoi radiodrammi migliori e rappresenta una sorta di rito di iniziazione per un bambino che fa esperienza della realtà esterna, del mondo adulto. Questa avventura notturna viene compiuta, con felice soluzione radiofonica, all’interno delle sale di un palazzo che è vuoto di corpi, ma pieno di voci.
Anna Luisa Meneghini
Le formiche (1950)
durata 41’35’’ minuti
Sabato 9 novembre | ore 20.30
Le formiche, liberamente ispirato alla favola di La Fontaine, racconta dei difficili rapporti tra il popolo delle cicale (i vagabondi, gli artisti, i passionali…) e delle formiche (un sistema dittatoriale basato sullo schiavismo e l’accumulo). Con le musiche realizzate da Carlo Rustichelli e tramite alcuni espedienti sonori particolarmente innovativi per l’epoca (come la deformazione delle voci) si rappresenta la tragica storia d’amore tra una cicala e una formica. Con questo radiodramma la Meneghini dimostra di saper sfruttare molto bene le risorse della tecnica radiofonica che aveva iniziato a praticare nell’immediato dopoguerra (si ricordano tra l’altro: Il canto di Eli con Alberto Perrini, Incontro di sera, Andrea). Alla radio continuerà a collaborare realizzando altri radiodrammi (come Displaced Persons, con Vito Blasi, che ottiene un grandissimo successo e viene tradotto in quattordici lingue) e specializzandosi negli adattamenti di opere per bambini.
Fanny & Alexander
G I A L L O
Domenica 10 novembre | ore 20.30
“Questa farfalla, lo credereste? Ha un’ala gialla, l’altra celeste” (Toti Scialoja)
Giallo è un dialogo radiofonico, misterioso e fantasmatico tra una mutevole figura maestra e la sua classe invisibile. Giallo è una domanda sulla natura e la forma di quella parte bambina, rimossa, buia, lucente, furiosa, incandescente, remota o sepolta che vive in ognuno di noi. Questo radiodramma, in una sua prima versione live, ha debuttato nella scorsa edizione del Festival di Santarcangelo, all’interno del progetto “Radio e infanzia” a cura di R. Sacchettini.
I Sacchi di Sabbia
Marmocchio. Una specie di Pinocchio di Marmo
Radiodramma per gli infanti di tutte le età
Dedicato a Carlo Monni
Sabato 2 novembre | ore 20.00
Questo originale radiodramma, presentato in una prima versione all’interno del progetto “Radio e infanzia” dell’ultimo Festival di Santarcangelo, è una rivisitazione del Pinocchio di Collodi che cambia radicalmente gli scenari delle avventure del famoso burattino: lo scaraventa in una cava di marmo in cima alla montagna, un microcosmo operoso, popolato da grilli, volpi e gatti di montagna, “fuochini” (questo il nome degli operai addetti allo scoppio delle mine in Garfagnana), cavatori e sassi. Pinocchio diventa un genere in questa trasfigurazione, un tessuto da condividere con i radioascoltatori a rinsaldare un patto comune. Da una parte la durezza della cava di bianciardiana memoria e dall’altra il suo contrappunto fantastico, mitico. E poi il burattino, la piccola scultura di marmo, il marmocchio che deve diventare buono...