Fogli di scena. Incontri sul teatro contemporaneo
Presentazione del libro Amore e anarchia (Titivillus, 2015)
Incontro a cura di Altre Velocità
c/o MODO Infoshop, via Mascarella 24/b, Bologna
26 novembre 2015 h 17.30
Partecipano Michela Marangoni e Luigi Dadina (Teatro delle Albe), Laura Gambi (autrice del testo) e Cristina Valenti (curatrice del volume)
Conduce Lorenzo Donati / Altre Velocità
FB >> https://www.facebook.com/events/1666277253614489/
Amore e Anarchia mostra una coppia di anarchici ravennati, vissuti a cavallo tra ottocento e novecento, la cui vita fu segnata dal sogno della rivoluzione sociale. I due personaggi al centro della storia sono Maria Luisa Minguzzi e Francesco Pezzi: nati entrambi nel centro storico di Ravenna, lui nel 1849, lei nel 1852; da quasi cent’anni abitano, non visti, nella scuola di San Bartolo, vicino a Ravenna.
Nella loro infanzia e adolescenza l’Italia è attraversata da sconvolgimenti politici e umani: le imprese garibaldine, l’ideale repubblicano, la caduta del governo dei papi, l’unità d’Italia, l’internazionalismo anarchico e socialista sono solo alcuni degli elementi che segnano la crescita dei due ravennati.
Minguzzi Luisa è sarta “silenziosa, attenta, bravissima, con tutti quelli spilli tenuti fra le labbra e via via tolti per segnare i difetti, per stringere, per attillare, pronta a ubbedire, o meglio a rispettare il proprio lavoro di artigiana ineccepibile”. Pezzi Francesco, intelligente, sguardo mite con una luce di collera, di modi gentili e di briosa vivacità, conseguito il diploma di ragioniere viene assunto alla Cassa di Risparmio di Ravenna.
Giovanissimi si incontrano, si innamorano e si infiammano, senza possibilità di ripensamento, per l’idea dell’anarchia, che guiderà le scelte e i pensieri di tutta la loro vita successiva fino alla morte.
Tra militanza, fughe, confino e carcere, sono la coppia che accoglie gli amici anarchici, nelle case sempre aperte di Firenze, Lugano, Napoli, Buenos Aires, Londra. Primi fra tutti Andrea Costa, Anna Kuliscioff ed Errico Malatesta.
Moriranno a Firenze, lei nel 1911, cieca e piegata nella salute dopo il confino all’Orbetello, lui suicida nel 1917, in un boschetto alle Cascine. In un biglietto Pezzi scrive il disgusto “fino alla nausea di questo impasto di fango che si chiama mondo e della vigliaccheria degli uomini che lo subiscono”. La Minguzzi, autrice del Manifesto a tutte le operaie d’Italia, sarà inarrestabile promotrice dell’idea anarchica tra le donne, oratrice in pubblico e nei comizi.
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