Scena spoglia, schermo sospeso e abiti casual per il danzatore francese Cédric Andrieux, visto domenica sera al Fabbricone nello spettacolo che porta il suo stesso nome. Il danzatore parla in prima persona e arricchisce il racconto della sua biografia artistica con estratti coreografici legati a episodi chiave della propria carriera (come il lavoro con Merce Cunningham). Punto nodale si rivela l’incontro con il coreografo Jérôme Bel che lo porta, nel 2004, a partecipare alla pièce The show must go on, spronandolo a individuare il senso profondo della sua identità di artista: il bisogno di contatto con il pubblico e la scoperta di un appagamento generato dallo sguardo di chi osserva e non dalla solitudine di chi si esibisce. Ogni frase è scandita con precisione, il tono è caldo e abile è l'utilizzo delle pause, istanti intensi che permettono allo spettatore di visualizzare le immagini evocate.
Cédric Andrieux invita a riflettere sulle mutazioni di prospettiva derivanti dall’esperienza: la storia come migliore maestra di vita.
Valeria Gaveglia - Laboratorio "Per uno spettatore critico"