[ph Ilaria Costanzo]
Narrare il proprio vissuto è un modo per riviverlo attraverso le parole, farlo tramite altre voci significa prenderne distanza e, inevitabilmente, trasformarlo. Sono diversi i film a cui Roberta Bosetti si riferisce in MM&M per disegnare il racconto della propria storia, citando di continuo passaggi e personaggi di più di 80 pellicole che ne hanno segnato la vita. Allo stesso tempo, Renato Cuocolo affianca alla narrazione un collage d’immagini riprese e proiettate in tempo reale. Immersa in questa dinamica, l’attrice diventa il personaggio finzionale del racconto. Le costanti citazioni costruiscono un’immaginario simbolico e collettivo in cui il pubblico riconosce un patrimonio di situazioni e sentimenti condivisi. Lo ‘stare in scena’ della Bosetti e la veridicità della storia, contrastano con la finzione di quelle filmiche. Fantasia e verità giocano con i diversi piani della narrazione e riescono a restituire a chi guarda un senso complessivo di autenticità.
Pía Salvatori (laboratorio per uno spettatore critico)