Essere mutante, ibrido tra uomo e animale, intreccio di realtà e immaginazione, la sirena è icona dell'edizione 2007 di Vie Scena Contemporanea, nel segno grafico di Guido Scarabottolo. Creatura mitologica dalla bellezza feroce, ricorda che il teatro è da sempre chimera dal fascino alieno, condivisione di una rivelazione incarnata nella prepotenza vitale dell’immagine che pulsa nello spazio e nei corpi insieme.
E allo stesso tempo il teatro è visione di un altrove, di un futuro altro, di una mutazione del reale: come una sirena dei nostri tempi, il teatro diviene una presenza spesso dimenticata, sommersa dall’universale diluvio di immagini dall'immediato consumo, dalla violenza suadente e capace di ottundere gli sguardi della ragione. Ma sotto il livello del mare magnum della comunicazione commerciale, della cultura preconfezionata, il teatro conserva intatta la passione per l’umano e la volontà di scrutarlo e attirarlo a sé, con un’attenzione vorace per il mondo emerso. Eppure nell’Italia dell’amato Bene Culturale, la corsa è al deperimento del futuro, con una vocazione al museale, alla conservazione, alle notti bianche e alla maratona mediatica, che va incontro al passato per renderlo eterno e relega a potenzialità inespressa le arti del presente, che saprebbero di certo meglio intercettare l’attenzione sulla cultura e farne vero patrimonio collettivo, piuttosto che invitare a un solidale morituro sms. Così VIE scandaglia un'arte che non ha confini di genere né geografici, ma è connotazione del plurale, del multiforme, alla ricerca di una declinazione che comprenda anche il futuro.
Alle arti contemporanee non manca però la volontà di posizionarsi in questo tempo, di essere strumento per la società in dialogo costante con il proprio presente. Un presente che cambia vettore, puntando a un Infinito Presente come nella sezione video degli incontri del progetto Dialoghi, che uniscono presenze reali e mediate dal video nelle conversazioni con i protagonisti del teatro di oggi, da Marco Martinelli del Teatro delle Albe, a Romeo Castellucci della Societas, a Virgilio Sieni, tre capofila del teatro italiano, tutti in cartellone nel festival, e con altri artisti, operatori e studiosi dello spettacolo.
Dialoghi è voluto da Iris Italia è realizzato con il sostegno dell'ETI, ed è pensato dai suoi coordinatori - Lucio Argano, Gigi Cristoforetti, Nino Marino e Velia Papa, con Silvia Bottiroli - come un ciclo di incontri. A questo terzo appuntamento, “L'eresia dell’innovazione”, il compito di inaugurare i lavori del festival, oggi dalle ore 10.30 alle 14 nella Sala di Palazzo Carandini del Banco di S. Giminiano e S. Prospero, in Via Servi 5. Un'occasione aperta al pubblico per confrontarsi soprattutto sulle pratiche con cui il teatro può essere luogo di compresenza di una comunità, contribuendo a configurarne il territorio e le relazioni sociali.
Il teatro si vuole confrontare con la politica, il pensiero, le arti. Per questo interroga la sua stessa natura, la necessità d’essere in atto all’interno della società, suo specchio e anima allo stesso tempo.