È stata una bella scommessa, quella esposta qui a Lavori in Pelle: una redazione per due giorni di festival, ontologicamente in diretta sull'evento, obbligata a inventarsi inverosimili orari di lavoro nell'impresa quasi impossibile di non arrivare eccessivamente "lunghi" nella chicane del week-end. Ci siamo ritrovati a saggiare le condizioni di lavoro che, per questioni anagrafiche, a noi hanno solo raccontato: tre ore di spettacoli di filata, qualche velocissima chiacchiera e via di corsa ai computer, nel cuore della notte, sperimentando una scrittura anche troppo a caldo, certamente nel caldo. I risultati, come sempre, non saremo noi a giudicarli. Vale tuttavia la pena, a mo' di conclusione, provare a tracciare qualche linea di congiunzione tra i molti punti che ci sembra aver sparpagliato qua e là.
Uno sguardo in diretta, dicevamo, che si assume il rischio dell'immediatezza, che si cimenta nella restituzione di qualche visione dagli spettacoli, che non scantoni l'eterno dilemma del giudizio: nella sezione Pixel troverete molti scritti di questa fattura, che spaziano dall'avvicinamento al lavoro complessivo delle compagnie (Scheda d'autore) al racconto talvolta anche pungente delle opere. Questo, inutile dirlo, è il nodo centrale di chi sceglie di sintonizzarsi in contemporanea con gli eventi. Far vedere, raccontare con chiarezza un lavoro di danza o teatro è già esercizio estremamente complesso; proporre dubbi, perplessità, richieste di chiarimento, ma anche riserve decise, è un valore aggiunto da sfruttare in punta di piedi, non certo il dato centrale di una cronaca odierna sullo spettacolo, neppure però elemento da accantonare con sussiego. Siamo tutti contro la società della comunicazione, contro le sue regole ormai naturali, contro le facili schematizzazioni manichee adatte per tutte le stagioni. Ma qui siamo anche, proprio in virtù del fatto di stare vivendo questi anni e non altri, contro una deriva opposta, che rischia di trincerarsi in un elitismo culturale in perenne arretramento, quasi a chiudere gli occhi sulla barbarie. Ecco, dunque, il senso di queste pagine. Che condividono – e sostengono gridando – il progetto Lavori in Pelle; riflettono su un panorama, scandagliando alcuni sommovimenti, lontani o vicini (Slide); si addentrano nelle proposte spettacolari, rischiando coscientemente la parzialità, la distanza non sufficiente, la condanna prematura; sostano con un passo forse più meditato, certamente più approfondito (Zoom); e ne escono tirando le fila, vedendo delinearsi giorno per giorno ora per ora un disegno globale, negli occhi la malinconia inevitabile di quando si sfoglia l'ultima pagina di un prezioso libro.
La redazione ringrazia tutte le persone che credono nel Progetto AltreVelocità e tutti gli artisti e operatori che ci hanno permesso di rubare tempo al loro lavoro. In particolare, qui da Alfonsine, grazie a Valentina Bertolino, Rodolfo Sacchettini, Massimo Marino, Piersandra Di Matteo, Massimo Carosi. Un particolare ringraziamento a Sara Circassia, "cesellatrice" web di rara affidabilità e capacità. Infine, non possiamo non rinnovare la nostra testimonianza di affetto verso Selina Bassini e Monica Francia, inarrivabili direttrici e persone straordinarie.