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Teatro e giovani generazioni: un incontro-dibattito a Castelfiorentino


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Master in Imprenditoria dello spettacolo 17-18, Università di Bologna


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Con occhi nudi: un itinerario al femminile


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Lettera 22. Premio giornalistico nazionale di critica teatrale under 36


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Cornice Aperta. Aperitivo con gli artisti del Festival Danza Urbana


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Maggio all'infanzia, dal 17 al 21 maggio a Bari


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Ivrea Cinquanta – Mezzo secolo di Nuovo Teatro in Italia 1967 – 2017. Genova, 5-7 maggio


29/03/2017
Un teatro in mezzo ai campi: 8 aprile con le Ariette


24/03/2017
''La formazione del nuovo pubblico'': un convegno sabato 25 marzo ad Albenga


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“Comizi d’amore”, open call per registi/drammaturghi e attori under 35 di Kepler-452


11/01/2017
La cultura nell'economia italiana: il 13 gennaio un convegno a Bologna


05/12/2016
Impertinente Festival: il teatro di figura a Parma, dal 7 all'11 dicembre


07/10/2016
Master in imprenditoria dello spettacolo, Bologna, anno accademico 2016-2017


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Infanzia e città a Pistoia, dal 24 settembre al 5 novembre 2016


03/09/2016
Dalla Cultura alla Scuola: ''Cosa abbiamo in Comune'', il 7 settembre a Bologna


31/08/2016
Electro Camp – International Platform for New Sounds and Dance, a Forte Marghera dal 7 all'11 settembre


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RECENSIONI E INTERVENTI > (a b) di Muta Imago

Una relazione d'amore e d'ombra
A e B sono un ragazzo e una ragazza vestiti di nero, e il simbolo grafico dell'addizione segnala una relazione amorosa che si interromperà a causa della guerra. Nel mezzo c'è un cubo, un'intelaiatura di legno con pareti di carta strappate e riapplicate, che divengono superfici di proiezione, muri di un bunker che protegge dalla barbarie esterna, perimetri sentimentali dove abita il ricordo dell'amato. Il giovane gruppo romano Muta Imago sorprende per la rara capacità di costruire un linguaggio autonomo, padroneggiato con ironia e incanto: dal teatro delle ombre vengono riprese le tecniche, dalla proiezione della figura umana intera, rimandata sulla faccia frontale del cubo, all'utilizzo delle sagome a bastoncino, come quando l'ombra dell'amato cammina da sola verso la guerra, incrocia boschi che diventano rami tentacolari, e infine si scontra con un soldato che spara. Per Muta Imago è evidente che l'ombra possiede un'anima: sarà per questo che lampadine e fogli di carta bastano per costruire un mondo. In audio, intanto, ricostruzioni di cronache belliche colorano l'atmosfera, tra l'altro marcata da immagini documentarie di schiere in marcia, e altri suoni evocano l'evoluzione dell'intreccio: passi sulla ghiaia, rumore di acque, esplosioni. I due artefici entrano ed escono da molteplici piani di finzione, “attori” visibili che brindano alla loro unione ma anche sagome per la proiezione, manipolatori che agiscono fonti luminose ma anche personaggi in marcia con un bastone sulla cui punta sta una lampadina, imbracciato come fosse un fucile. Poco prima di dividersi, i due amati ci avevano riportato alla nascita della pittura secondo Plinio il Vecchio, a quella silhouette tracciata seguendo il contorno dell'ombra del capo. La ragazza ritaglierà la figura scura ottenuta, e sul finale si annullerà in essa adagiandola sul proprio viso: il cubo viene inclinato dall'attore, luci e ombre svaniscono.

 

(a+b)³ di Muta Imago (Zoom Festival – Teatro Studio Scandicci)
Non è facile capire esattamente cosa stia succedendo tra i nuovi gruppi teatrali: sono molti (forse troppi), sono sparsi in tutta Italia e appaiono tra loro tanto diversi e difficilmente accorpabili (per fortuna) in tendenze ed etichette. Qualcosa si sta muovendo, i gruppi iniziano a conoscersi e a organizzarsi, piccoli luoghi si radicano e si ricostruisce lentamente un fragile ma tenace circuito sommerso, che sembrava negli ultimi anni completamente spento. Qualcuno se ne è accorto e così aumentano, tra festival e stagioni teatrali, situazioni in cui poter vedere i nuovi gruppi. Pochi hanno comunque voglia di rischiare e nei casi migliori “i giovani” sono ospitati in qualche sezione “ghetto”, magari invitandoli a mostrare il lavoro per non più di una mezz’oretta. Ma qualcosa si sta muovendo davvero e a fare un elenco delle nuove realtà un briciolo emerse, non è difficile arrivare a una quarantina di nomi.
Il festival Zoom, organizzato al Teatro Studio Scandicci da due giovani compagnie (Teatro dell’Esausto e Gogmagog), è stata una buona occasione per scoprire e rivedere alcuni tra gli spettacoli più significativi dell’ultimo anno. In particolare ha colpito (a+b)3 di Muta Imago, una compagnia romana, nata due-tre anni fa e composta da Claudia Sorace, Riccardo Fazi, Massimo Troncanetti.
Una coppia di giovani abitano un cubo coperto di teli bianchi, che di volta in volta vengono strappati o spostati, piegati o stesi. La vicenda è semplicissima, una Lei e un Lui, “a” e “b”, si preparano per uscire, indossano l’abito bello, ma sono costretti a separarsi perché è scoppiata la guerra e b deve partire soldato. Dopo alcune vicessitudini il ragazzo viene ucciso e la donna rimane sola ricevendo l’ufficiale lettera di condoglianze. La narrazione è dunque lineare e per molti versi archetipica, perché intreccia, in modo per nulla pretestuoso, racconto personale e storia collettiva, riportando l’intromissione tragica della guerra all’interno di semplici rapporti umani. Ma ciò che colpisce di più è la costruzione raffinata di una drammaturgia che racconta senza parole, di una narrazione che utilizza una grande ricchezza di modalità espressive, senza cedere al virtuosismo e alla maniera.
Oltre alle due presenze in carne ed ossa, il racconto è composto da un utilizzo vario e articolato di ombre e figurine. Come fossimo in un territorio mitico, si circoscrive sulla tela - prima della partenza in guerra  - il profilo dell’amato, riempiendolo di nero. Parte il corpo ed è come se rimanesse l’ombra, unico feticcio amoroso da ritagliare e custodire. Ma il rapporto tra ombre e corpi ha incessanti sviluppi, gli strati si sovrappongono continuamente e può accadere allora che l’ombra dell’amato compaia in mezzo a uno scenario di guerra, reso attraverso la proiezione di filmati d’epoca e che vi sia un dialogo muto con lo scambio di una sigaretta, capace di bruciare la tela e di riunire ancora una volta i due amanti.
Il forte impatto visivo non si esaurisce – come spesso accade – in una narcisistica contemplazione, perché ogni immagine risulta intrinsecamente legata alla struttura drammaturgica e ogni ombra, ogni ironico o lezioso dettaglio ritorna in un tono coerente e appassionante, che sembra guardare prima di tutto al fumetto, come immaginario, come narrazione, come possibilità di raccontare una storia. E davvero le poche parole presenti nello spettacolo sono soprattutto da leggere, perché scritte sulla scena o addirittura proiettate sul fumo di una sigaretta scambiata tra i due innamorati. Ecco allora una narrazione che permette ampio spazio alla visione, una storia semplice e densa che lascia campo libero alle associazioni senza fuggire nell’astratto.
Con questo lavoro Muta Imago mostrano un linguaggio teatrale ricco di potenzialità e sorprese, un linguaggio visionario e inventivo, che senza perdere di rigore porta con sé una rara dote comunicativa.

 


di Lorenzo Donati , Rodolfo Sacchettini
 

COMPAGNIE
   

FESTIVAL

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Planetarium
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Perché passi un po' di caos libero e ventoso

ottobre 2016
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Crisalide
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25 settembre - 4 ottobre 2015
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Le arti della scena

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Nelle pieghe del Corpo
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Festival per città

9-25 ottobre 2014
Vie Festival 2014 Modena___Emilia
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10 - 20 luglio 2014
Santarcangelo · 14
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12 - 21 luglio 2013
Santarcangelo · 13
Festival Internazionale del Teatro in Piazza

aprile 2013
Pinocchio della non-scuola
Immagini a cura di Osservatorio Fotografico, note a margine su Pinocchio

5-13 ottobre 2012
Tempo Reale Festival
Ricerche musicali contemporanee

14 - 23 luglio 2012
SANTARCANGELO •12
Festival internazionale del teatro in piazza

Primavera 2012
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Arti sceniche internazionali

Marzo 2012
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Vie Scena Contemporanea Festival
Teatro internazionale a Modena, Carpi, Vignola e limitrofi

Settembre 2011
Arca Puccini - Musica per combinazione
Rock indipendente italiano e internazionale