Un laboratorio di umanità, che si ritorce contro sé stessa, in cui di Yasmeen Godder, coreografa israeliana affermata a livello internazionale sulla scena della danza contemporanea, non lascia spazio a visioni ottimistiche. Sudden birds ritrae su uno scenario asettico e irreale dinamiche crudeli e astute dove androginia e confusione di genere moltiplicano le ambiguità dei giochi sensuali e violenti di ricatto e potere. Vittime e carnefici si alternano nei gesti decisi e sciolti delle quattro giovani. Colpi e contraccolpi disegnano meccanismi cadenzati di corpi legati nello stesso ingranaggio. Sequenze si ripetono come insoddisfatte. Dolcezza, seduzione, voluttà, inganno, ripudio danno forma a massacri puliti. Cadute, stop motion e rapide evoluzioni sono inscritte in un gioco perverso di violenze improvvise e meditate. Quasi vendette. Le mani si trasformano in armi, i corpi rimbalzano sopraffatti. Bocche infantili e maliziose si lasciano sfuggire piccoli suoni e vagiti. Ad accompagnare direttamente sulla scena, il suono elettrico e graffiante del violoncello. Poi gli spari mitragliati riempiono lo spazio convulso di corpi come fucili, in un vortice crescente di delirio preciso. Improvviso il silenzio, l’immobilità agghiacciante, un brivido, un nodo in gola. Ma neanche ora c’è spazio per l’ascolto. Infante e vecchia piangono nello stesso corpo, nella stessa voce, a rompere il non detto. Il candore dell’innocenza volge il suo sguardo al pubblico quasi a cercarne un contatto ma la bellezza della sinuosa e potente malvagità ammalia e cattura, ipnotizza chi osserva, nello spettacolo del suo gratuito fiorire. Il nero su bianco dei vestiti nello spazio inondato di luce contrasta con la molteplicità di storie che attraversano le figure in un incessante scambiarsi di ruolo, lasciandoci nell’impossibilità di individuare un colpevole.(Giulia Maero)