Le giovanissime figlie d’arte, Teodora e Agata Castelucci mettono in scena nello spettacolo Á Elle vide la loro personale visione dell’animalità di un gallo e di uno scorpione. Dal programma di sala della terza serata di Interplay08 leggiamo che di ciò si tratta, ma, incredibilmente, la visione ci conferma che le due figure che si muovono sul palco non potrebbero essere nient’altro.
L’estrema, raffinitassima cura nei costumi, nelle luci e negli effetti sonori condividono la matrice estetica, a volte un po’ manieristica, della compagnia Socìetas Raffaello Sanzio di Romeo Castellucci.
Ma la fascinazione estetica dell’insieme è solo il trampolino da cui Teodora spicca il salto in una performance assolutamente convincente. È lei a dominare la scena, la sorella Agata compare in un secondo momento ed è un corollario, una figura che si modella per contrasto su quella di Teodora.
Teodora è il gallo, rosso fuoco, i suoi movimenti tesi e veloci sono scanditi da una musica che evoca quella di rituali antichissimi; Agata è lo scorpione, bianca ed elegante, entra in scena sinuosa sulle sue scarpe col tacco. Tutto il corpo è coinvolto nella rappresentazione, persino l’espressione del viso vive di questa Kafkiana metamorfosi. La messa in scena di Teodora è vicinissima all’immedesimazione e ci inoltra in un mondo di animalità ancestrale, di ritualità che appartiene alla natura. È pur sempre vero che la stilizzazione è fortissima, il gesto è pulito, netto, velocissimo, il movimento delle braccia sembra quello di due asce, le mani disegnano figure continue e negli istanti di maggior concitazione il movimento è così rapido che sembrano palmate, proprio come delle zampe. Teodora e Agata donano ai due animali un’eleganza nobilitante, ma solo dopo averne estratto la loro naturale, bestialissima essenza. (Ilaria Sosio)