E' importante la storia di un festival?
Il mio nome è Nils Hansen e vengo da Amburgo, Germania. Innanzitutto, desidero dirvi che normalmente non mi rivolgo alle persone strillando dentro un megafono. L’ultima volta che ho dovuto farlo è stato quando ci siamo trovati senza acqua corrente nel nostro teatro per via di una perdita, e abbiamo dovuto cancellare gli spettacoli in programma per quella serata perché i bagni non funzionavano. Ma quella è stata l’unica circostanza in cui mi sono trovato a dover usare un megafono.
Stasera mi trovo qui, di nuovo con questo strano oggetto in mano, perché i ragazzi di Fanny & Alexander mi hanno chiesto di farlo. Spero di non dover annunciare un’altra volta che la serata si chiude qui perché i bagni non funzionano. Speriamo bene.
Stasera vi illustrerò brevemente alcune idee riguardo alla domanda: è importante la storia di un Festival? A farla breve, risponderei: assolutamente sì!
Perché? Perché Kampnagel organizza un Festival Estivo di Teatro Internazionale da 23 anni. Dunque questo Festival ha una storia piuttosto rilevante alle spalle, e a volte questo è un vantaggio per i curatori artistici, mentre altre volte i „fantasmi del passato“ sono decisamente una questione complicata da affrontare. Ci si trova a dover combattere contro le leggende.
Vi faccio un esempio di „fantasma“: l’immagine del Festival alla fine degli anni ’80, ad esempio, era quella di un evento di grande rilevanza sociale. La gente prenotava in anticipo un mucchio di biglietti per diversi spettacoli. Tutti erano eccitati all’idea di procurarsi i biglietti. Soprattutto per i weekend. Tutti volevano esserci. Prima vedevi uno spettacolo. Magari ne vedevi un altro e poi cominciava la parte importante della serata: la festa e i drink. Tutto era migliore, rispetto a oggi: gli spettacoli erano più belli la gente più simpatica il cibo più buono e i drink più freddi. Nessuno faceva caso alla pioggia che filtrava dalle crepe del soffitto. Le signore adoravano barcollare sui loro tacchi alti tra una pozzanghera e l’altra nell’area all’aperto. E quando i bagni non funzionavano, non c’era nessuno ad annunciarlo con un megafono. Quelli sì che erano bei tempi.
Non è necessario che vi dica che gran parte di tutto questo corrisponde a leggenda. A volte il nostro pubblico si lamenta del fatto che il Festival in passato era migliore, ma io ritengo che chi oggi si trova a spendere intorno ai 25 euro per un biglietto non apprezzerebbe più questo genere di condizioni ambientali. L’importanza della storia ha dunque a che vedere anche con il fatto che larga parte del pubblico del Festival sta invecchiando insieme al Festival. Dunque il modo in cui si percepisce il Festival oggigiorno si scontra con la percezione del passato sotto ogni punto di vista. Dal punto di vista artistico e anche per quel che concerne i servizi.
Dunque ritengo che si debba tener presente la storia di un Festival, quando si lavora a una sua nuova edizione. O forse non ci si dovrebbe affatto badare e si dovrebbe creare qualcosa di completamente diverso. Ma la leggenda continua a vivere da qualche parte nella testa di voi spettatori, e voi dovete esserne consapevoli.
* direttore organizzativo di Kampnagel di Amburgo