VIDEOINTERVISTA A CONSTANZA MACRAS realizzata da Paola Bianchi e Francesca Divano Amsterdam 6 luglio 2008 traduzione a cura di Francesca D’Apolito
Che cos’è per te un festival?
Un festival è una riunione, un momento di incontro tra artisti locali e artisti che provengono da altri paesi. è una possibilità di conoscere il lavoro di altri artisti, di presentare il proprio lavoro ad un pubblico che di solito non va a teatro, di informarsi di ciò che accade a livello culturale nei diversi paesi.
è un’opportunità per le città che non hanno un teatro con una programmazione permanente di avvicinare il pubblico ad altri generi artistici e ad altre modalità di lavoro.
è come organizzare una festa. il festival è come una festa dove la gente si riunisce per celebrare un evento artistico. idealmente dovrebbe essere un’occasione per ricercare, investigare e presentare progetti ad un pubblico che normalmente ha altre abitudini (attitudini).
un festival dovrebbe essere questo. e quando funziona bene alla fine dovrebbe essere un piacere, un punto di incontro, il luogo dove un lavoro si può diffondere e anche vendere.
inoltre un festival dovrebbe volgere lo sguardo sia ai lavori degli artisti locali sia a quelli degli artisti internazionali, cercando punti di incontro al fine di promuovere e offrire possibilità produttive ai primi e mostrare i secondi in quei luoghi in cui la programmazione ufficiale non arriva.
un festival è un luogo in cui ci si riunisce, si comunica, un luogo in cui gli artisti e il pubblico si relazionano con una qualità particolare.
Ci sono differenze tra paesi, tra nazioni?
Dipende molto dagli amministratori e dalle istituzioni. ci sono festival che funzionano molto bene e festival orribili, dove non vale la pena esibirsi, dove dall’hotel al luogo di spettacolo non parli con nessuno, non saluti nessuno, non conosci neanche chi ti ha invitato, né hai un contatto con il pubblico. è come essere segregati. è molto importante per me che in un festival un artista vada a presentare il suo lavoro, ma nello stesso tempo venga coinvolto in un momento di celebrazione, di incontro, di scambio. in genere la ragione del successo di un festival è proprio questa.
personalmente amo molto quando la gestione viene affidata a persone giovani, “anarchiche”. è come se mi sentissi parte di una famiglia, la famiglia della gente che ama il teatro. perciò è fondamentale la qualità dell’organizzazione, il senso di appartenenza, la capacità di far avvicinare il pubblico non solo al lavoro dell’artista. il rapporto tra artisti, pubblico, organizzatori è un sistema di circolazione fluido.
Se all’interno di un festival sono presenti artisti più conosciuti e altri meno, ha senso che questa differenza venga sottolineata, dichiarata?
Molto dipende da qual è la psicologia del luogo e come agisce il pubblico locale. ha a che vedere con la tradizione, con le modalità con cui il pubblico sceglie uno spettacolo. non è una questione di classificazione a mio avviso.
io credo che se in Olanda, per esempio, si fanno suddivisioni di questo tipo è perché il produttore ritiene che sia più utile alla comunicazione con il pubblico, in funzione della psicologia del luogo. l’importante è che la classificazione sia sulla base della tipologia di lavoro e di situazione. Se una classificazione fa sì che più gente venga coinvolta, va bene, perché il maggior problema che un festival ha oggi è l’avvicinare il pubblico, il trovare un modo di far nascere un interesse, il portare a teatro la gente che normalmente non va a teatro, in un contesto non quotidiano e fare in modo che anche la gente che va a teatro ogni settimana trovi nel festival un nuovo stimolo culturale.
un festival dovrebbe essere un argomento di interesse generale per gli abitanti del luogo che lo ospita e dovrebbe adeguarsi alle dinamiche di quel luogo.
credo che le classificazioni abbiano a che vedere più con un’inclinazione del mercato, perché purtroppo il problema principale è sempre lo stesso: avere pubblico.
[…] La cosa più importante è il pubblico.
E' importante che si creino momenti di incontro tra gli artisti?
Un festival è senz’altro un luogo importante per gli artisti anche per l’opportunità di vedere i lavori degli altri artisti, soprattutto se il festival riesce ad instaurare modalità semplici di relazione e di gestione.
Quindi è importante dare la possibilità agli artisti di vedere i lavori degli altri. Spesso quello che succede nei festival è che presenti il tuo lavoro e te ne vai subito dopo…
Sì, ricordo di festival che funzionano molto bene in questo senso, dove hai a disposizione un giorno libero in cui puoi andare a vedere gli altri spettacoli, incontrare gli altri artisti, vivere il luogo.
anche la convivialità è molto importante a mio avviso. un buon punto di incontro è essenziale per un buon festival, sia esso un bar, una piazza, una strada. il pubblico di un festival non dovrebbe ridursi a rinchiudersi nella stanza di un hotel dopo gli spettacoli.
* Coreografa argentina residente a Berlino, fondatrice della compagnia Dorky Park