In breve, si tratta di alcuni appuntamenti di carattere seminariale a modalità dialogica e incentrati su alcune questioni cardine per chi oggi osserva le arti sceniche dal vivo. In linea con un percorso intrapreso da alcuni anni, si tratta di incentivare l'incontro e il confronto, cercare altre modalità di approccio alla materia e altre visioni, far confliggere le opinioni sull'arte e sulle pratiche critiche possibili, aprendo il dialogo a più persone, al di là di competenze e appartenenze, per conoscersi e riconoscersi nelle similitudini e nelle differenze.
Durante i giorni della Vetrina, Altre Velocità invita critici e artisti a condividere due ore al giorno di dibatti e riflessione, a partire da alcuni stimoli elaborati insieme ad alcune personalità legate al mondo dello spettacolo dal vivo. Cercheremo di parlare di critica, per la danza e per tutto lo spettacolo contemporaneo, di come e perché (per chi) scrivere, tentando anche un'incursione in ambito internazionale, ma anche di storia e cronaca dei tempi appena passati, considerando sia il percorso di chi l'arte la realizza che di chi ne dà testimonianza. I nostri docenti, nonché interlocutori, saranno Fabio Acca, Silvia Bottiroli, Andrea Nanni, Paolo Ruffini, Katja Verner.
La critica teatrale, oggi, è diventata una categoria storica probabilmente legata a una pratica professionale che con il nuovo secolo non ha più ragione d'essere. I dibatti rispetto alla “militanza” o a sporcarsi le mani sembrano avere esaurito ogni tipo di presa sulla realtà, proprio perché lo stato delle cose si è allontanato in maniera forse irreversibile da queste questioni.
Nell'ottobre del 2003 la rivista Lo Straniero pubblicava un testo dal titolo “Il critico impuro” che rilanciava la possibilità ontologica del mestiere del critico e il suo valore politico, ne discuteva i logori criteri di giudizio e la litania delle lamentazioni e proponeva la mobilità dello sguardo, mai stanziale su un'unica pratica artistica e insieme l'impurità teorica, in modo da riunire molteplici approcci e stimoli, anche contraddittori. A distanza di cinque anni ha ancora un senso parlare di “critico impuro” e come ci si pone di fronte alle pratiche e alle idee proposte in quel testo? C'è ancora bisogno, come sembra, di reimpostare i termini del discorso, individuando nuove parole e nuove modalità che poco o nulla hanno a che fare con il dibattito “classico” sulla critica?
Sulla danza in particolare, vediamo una situazione asfittica, dove a parte l'ambito accademico, oggi quanto mai distante dalle cose di tutti giorni, davvero poche sono le voci in grado di rendere conto in maniera complessa delle opere contemporanee. Quali sono le esperienze che è importante salvaguardare e quali le strategie, i luoghi, i modi per continuare a parlare di danza?
E soprattutto, come e per chi scrivere di danza? Quali sono i pubblici disposti oggi a leggere di danza? Quale l'orizzonte di attesa?
Scrivendo per un pubblico generico (se esiste!) o per uno iperspecializzato e informato, come dare conto della natura dell'opera senza nascondersi dietro a una semplice descrizione ma allontanandosi dalla tradizione del giudizio, del canonico, del “bello/brutto”, “mi piace/non mi piace”, e insieme come non abdicare alla “lusinga teorica” di un concettualismo filosofico che rischia troppo spesso di tralasciare il suo innesto nel mondo?
Gli incontri si terranno presso la sala conferenze del Circolo Portuale Ravennate, via Antico Squero (di fronte Guarda di Finanza).
Questo il calendario degli incontri:
mercoledì 17, h 17-19
Fabio Acca
PER UNA CRITICA IMPURA: identità, oggetti, formati
giovedì 18, h 17:30 - 19:30
Silvia Bottiroli
Pensare la danza. Una prospettiva fra intimità e gesto politico
Venerdì 19 h. 16-18
Andrea Nanni
La responsabilità del critico
Sabato 20, h.15-17
Paolo Ruffini
La critica è morta! Ma anche io. La danza non è messa proprio bene. Ovvero una reazione alla fenomenologia del troppo
Per maggiori informazioni: info@altrevelocita.it