Silvia Calderoni ci ha raccontato come ha curato "Strike!", laboratorio di incursione per le strade e le piazze di Santarcangelo. La domanda di partecipazione è stata così alta che Silvia ha dovuto inventare un modo di selezione: contraria ai curricula e alle valutazioni, ha chiesto agli aspiranti di autoescludersi. Ha inviato una e-mail con dei criteri imprescindibili. Da qui è partito tutto. Silvia ci ha concesso di usarla (grazie!), e il manifesto punk che cercavamo si è materializzato.
Innanzitutto grazie per aver risposto in tanti alla proposta di laboratorio nell'ambito del festival di Santarcangelo. È bello sapere che ci sono persone che hanno voglia di fare, sperimentarsi, misurarsi con energie diverse dalle proprie. E grazie anche per le tante idee che sono arrivate. C'è stato anche chi, non avendo la possibilità di partecipare, ha comunque voluto spedirmi la propria idea e, in qualche modo, anche queste persone rientreranno nel progetto. Arrivo dunque al punto spinoso, la selezione. Inizialmente il gruppo pensato per questo laboratorio doveva essere di quindici persone (avrei dovuto selezionare quindici idee). Ecco, non ho nessuna intenzione di farlo. Penso che questo sia il momento di chi ha voglia di mettersi in gioco, per una volta, non in solitudine. Il momento in cui possiamo unire tutti coloro (noi) pronti ad urlare nel silenzio. E più siamo, più l'esperimento sarà difficile da gestire, ma più avrà forza all'esterno. Entusiasmi di corpi, di sudori, di pelli, di menti. È un scelta politica. E questa parola, soprattutto in questo momento storico, mi disgusta. E proprio per questo è una parola che ho voglia di riprendermi. E la rifaccio mia, a mio modo...
Tante delle parole che ho proposto portano in grembo questo pensiero. In quale FLASH MOB o RAVE o AZIONE URBANA o STRIKE si selezionano le persone che partecipano? C'è un'auto-selezione. Tutto questo è in linea con il mio spirito e con lo spirito del festival di Santarcangelo (almeno per quest'anno!). Ho voglia di credere, per questa volta, in una piccola utopia, ho voglia di sperimentare ciò che mi sono trovata spesso a criticare. Auto-selezione, auto-organizzazione, comune, anarchia nel pensiero. Riprendiamoci le strade!!! E più siamo, meglio è. Tutto ciò mi spaventa e al tempo stesso m'incuriosisce, mi carica di voglia di fare. Che cosa c'entra con il teatro tutto questo? Non lo so. Sento però che questa corsa da figli unici che è il teatro sta collassando su se stessa.
• Chi partecipa deve essere disponibile tutti i giorni e a qualsiasi orario.
• Massima disponibilità nell'appoggiare le idee degli altri. Per quanto possibile, tenete il vostro senso critico in stand-by.
• Cercate di semplificare il più possibile la vostra idea, estrapolate da essa un'unica azione, un concetto
• Un'idea non è una drammaturgia compiuta. È una visione, un punto di partenza, un'immagine da cui partire per lavorare insieme.