Come ci si posiziona di fronte alla cose vive? Come si restituisce il loro respiro?
Stefano Ricci, disegnatore e autore di film di animazione, torna a Santarcangelo consegnando domande come queste nel laboratorio di fotografia "Gli esagerati", rivolgendosi a quanti hanno accettato la sfida di moltiplicare gli sguardi sul festival armati di fotocamere, videocamere, telefoni cellulari. Ogni giorno i partecipanti realizzano brevi video, spezzoni che confluiranno in un unico filmato alla fine dell'esperienza laboratoriale, a testimoniare non già degli avvenimenti ma dei cortocircuiti tra una visione e una presenza. In un' esplosione di punti di fuga si potranno rintracciare attraversamenti del festival, percorsi personali che hanno il respiro del girovagare avventuroso di un cane, del vagabondare affidato al solo piacere dello smarrimento: uno stare errabondo come via privilegiata del piombare della visione in seno alla forma. Nella marginalità delle indicazioni tecniche questa attitudine permetterà di incorniciare gli eventi con trasporto ed essenzialità, una pratica in grado di guidare ‘l'opera' al centro mnemonico di quanto è accaduto, che dunque accade, e accade nel trascorrere delle immagini smembrate e fatte corpo. Il bianco / nero sarà l'unico filtro per afferrare le presenze in continua riproduzione, spettacolo dopo spettacolo, vicolo dopo vicolo, incontro dopo incontro. Le prime immagini che il laboratorio ha donato al festival sono frame catturati dai video, cornici che incapsulano in pixel l'illusione sfumata del movimento. Non più video e non ancora foto, sono fantasmi che non si lasciano afferrare dall'inchiostro ma che si possono solo accarezzare con lo sguardo. Sono stanze aperte su un intimo diario che non ricerca sagome ma abbozza disegni archeologici, frammenti che respirano sul limite tra il visibile e l'immaginabile.