Sera di giovedì 15. Vicino a piazza Ganganelli i passanti si radunano attorno a due corpi che sembrano attanagliarsi l'uno all'altro, mentre continuano senza attriti a trovare uno sviluppo dinamico scivolando l'uno sull'altro. Divise bianche da calciatrici e tacchi alti, Cassiani e Conti (Le duellanti) sembrano aizzate dalla musica che le investe, e allo stesso tempo domate dalla sua dolcezza. Più tardi, mentre i soldati del video di Zapruder scrutano dalla trincea il pubblico di Santarcangelo, persone attente riempiono i margini della piazzetta dove Urbani e Guerra dipanano sequenze di gesti precisi (Come Corpo Nero). Le azioni, partendo dal riconoscibile, di colpo rivelano qualcosa d'altro, in una metamorfosi non inaspettata ma sorprendente. Sembra la conquista paradossale di una consapevolezza che abita i confini dell'assenza. Dopo mezzanotte, al CentroFestival alcuni astanti cadono improvvisamente a terra mentre i Motus presentano il loro libro. Si tratta, probabilmente, ma non si può sapere con certezza visto che il contagio si sta diffondendo fra il pubblico, di partecipanti al laboratorio di Silvia Calderoni, che mantengono in continuo esercizio la lezione della loro ubiqua agitatrice. Un ragazzino di Santarcangelo: "C'è aria di fratellanza in giro."
Enrico Bossi