RECENSIONI > Carnale Nostalgia. Elvis' Stardust di Teatro delle Moire
Teatro delle Moire fa toccare con mano, in un distributore di benzina a Santarcangelo, il valore insostituibile del teatro nel creare una presenza, quando fa apparire improvvisamente la figura di Elvis. Il benzinaio di Santarcangelo esclama "sembra lui davvero", ma non come accadrebbe davanti a un imitatore televisivo; la sensazione che prova è completamente diversa, altrimenti non direbbe "mi è venuta la pelle d'oca". S'instaura un sottile gioco tra Elvis e noi spettatori: crediamo di averlo "pizzicato"; ma è lui ad averci in pugno. Lo sa e lo dimostrano i suoi gesti misurati e centellinati. Come in uno strip-tease, ogni sequenza fa emergere con chiarezza le diverse stratificazioni che compongono il Mito. Visto finalmente da vicino, si svela il mistero della "permanenza dello stesso": ciò che ora è carne che tremolando barcolla, quando si mette a ballare Return to sender rivela, nonostante tutto, una grazia rimasta intatta. La sua dignità non è ingenuamente velleitaria: Elvis, che di spalle si avvicina lentamente all'automobile che lo porterà via, sa bene cosa significhi mettersi a nudo. Si rovescia un'alluvione di evidenze, scatenata da gesti appena accennati.
Enrico Bossi
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