Contemporanea è la vita che si consuma insieme a noi. Contemporanea è l'arte che posa il suo gesto nel mondo nell'istante esatto del nostro accadere. Giovane, antico o di mezz'età non importa, il teatro che consideriamo nostro contemporaneo è quello che ha in sé l'esistere dell'oggi, anche se si brucia nella fragilità di un attimo, anche se si dà e si disfa con un unico movimento. Ma il tempo, si sa, è in atto e in potenza. Atto del presente e promessa del futuro. A questo ci piace aggiungere la memoria di ciò che è accaduto, come nel convegno ospitato dalla giornata di ieri, che porta nel nome una generazione che contemporanea lo è stata e lo è ancora, addirittura ospitata dal festival in un luogo, il Pecci, che del contemporaneo propone la documentazione, aporia concettuale di inalienabile necessità. E questa necessità la riscopriamo ogni giorno anche nostra, affilando le parole e gli sguardi con il lavoro che rimarrà visitabile su questo sito. Mariangela Gualtieri dice che il teatro è “questo sporgersi sul presente e cantarlo”, cantarlo ai contemporanei, a coloro che sono vivi adesso insieme a noi. Per questo continuiamo a cantare e a difendere un teatro che sia, prima di tutto, vivo, perché non si può che essere testimoni del proprio tempo, non si può che essere contemporanei a se stessi.