Uno spazio spoglio. Quattro persone sedute in attesa, vestite come tutti i giorni. Davanti a loro, Benno Steinegger nei panni di un performer-regista. In alto a destra un monitor con la schermata di un pc e lungo il perimetro della stanza numerosi oggetti sparsi, apparentemente alla rinfusa. Si presenta così la scena della prima sessione di The Casting, visto all'inaugurazione del festival. Si tratta di una vera e propria intervista in diretta dove alcuni attori amatoriali sono invitati a presentarsi mostrando oggetti della loro vita e dei loro affetti, dall'infanzia al presente, mentre il monitor ferma alcuni frammenti del racconto, come una didascalia.
La performance studia il mutamento dell'identità delle persone in scena e culmina in un momento dove Steinegger invita l'attore di turno a chiudere gli occhi, chiedendo: «Cosa è per te la bellezza?» Il racconto acquisisce un andamento rituale, si crea un'atmosfera intima che il regista indaga con sguardo compiaciuto.
The Casting è una produzione-scommessa del festival che ha impegnato artisti e amatori in un percorso durato alcuni mesi. La semplice e perfino spiazzante autenticità dei ritratti che emergono si combina con il rassicurante format da talk-show, portando a una facile e rapida immedesimazione dello spettatore. Tuttavia lo spettacolo pecca di eccessiva dilatazione temporale e il dialogo tra attore e regista, alla lunga, fatica a coinvolgere il pubblico. Restiamo passivi alla ricerca di un senso che vada oltre quello che vediamo. Ci sentiamo di dire che la trasposizione artistica sia sensibile di ulteriori sviluppi che potrebbero completare e migliorare la fruizione del lavoro.
Alla Munchenbach - Laboratorio "Per uno spettatore critico"