Davvero siamo quasi tutti confondibili con i meccanismi di pubblicità e consumo. Quanti festival ci saranno, oggi in Italia? E quanti nuovi festival nuovi nascono, nel giro di pochi mesi? Non c'interessa tanto discutere del fatto che ovunque si faccia un gran festeggiare quando dappertutto ci sia pochissimo da ridere. Ci interessa discutere un poco su cosa significhi progettare, produrre, smazzarsi un festival. Esiste una strada tuttosommato semplice: si raduna una gran quantità di roba in pochi giorni, si pagano cachet (spesso ridicoli, perché si sta comunque parlando di ambienti indipendenti) e si chiama una marea (più o meno piccola, come sopra) di avventori. È davvero difficilissimo non imboccare questa strada, oggi, perché ci siamo più o meno tutti abituati a consumare cultura come fossero patate fritte: tanti eventi: festival figo. E questo vale più o meno un po' per tutte le discipline, dalle rassegne musicali a quelle di teatro. Volendo provare una strada “non consumata”, ci si dovrebbero porre alcune domande: come fare per non limitarsi all'intrattenimento, seppure di qualità? Come fare per affiancare alla rappresentazione (di concerti, spettacoli, mostre, film) una riflessione, vale a dire un tentativo di comprendere il mondo che ci circonda? Come fare per proporre (e produrre) qualcosa di cui un territorio, grande o piccolo, abbia davvero bisogno? Non stiamo dicendo che Arca Puccini – Caligari 2011 abbia queste risposte; certo è che queste sono alcune domande che il progetto nevrosi si è posta. Così si propone una residenza ad alcuni musicisti, sfidandoli a scendere nei meandri de Il gabinetto del dottor Caligari per immaginare un concerto collettivo, s'invita un musicista elettronico a sonorizzare lo stesso film (del 1920, fatto avvenuto l'11 settembre 2011 ad Agliana ad opera di Dj Iaui), si compone una giornata di riflessione con il critico rock per eccellenza (Simon Reynolds) in cui si discute anche di produzione culturale a Est e a Ovest (citiamo almeno, fra gli ospiti, lo scrittore russo Zachar Prilepin, il tutto la domenica da mattina a sera, comprensivo di mostra di manifesti polacchi), per concludere all'Ex-tipografia con il piano-sequenza musicale in cui si interroga sulla forma concerto.
Nero su Bianco, il giornale che abbiamo prodotto come foglio di sala e approfondimento per gli spettatori di Pistoia e che trovate ampliato in queste pagine web, prova a muoversi tra le diverse anime del festival, approfondendone alcune parti, introducendone altre e raccontando in diretta ciò che accade. Il resto sta nella mente, negli occhi e nelle orecchie di chi sarà a Pistoia (e non), e avrà voglia di una birra e di...
LINKS