La renna è un animale semi-domestico, semi-selvatico. Una stazione di confine tra due dimensioni, quella umana e quella naturale, ed è qui che Esa Kirkkopelto e la sua Other Spaces group ha deciso di transitare. Dalla Finlandia con furore, questa compagnia invita il suo pubblico a visitare i luoghi non-umani dell’agire attraverso lo svolgimento di una serie di esercizi fisici collettivi. Ruminare, pascolare, espandere la propria visione a 360°. Queste sono solo alcune delle azioni che vengono richieste.
Sulla carta, la prima reazione è di ridicolizzare, semplificare l’operazione con un rimando a concetti new age di immedesimazione e di vicinanza con la natura. Eppure Other Spaces non è questo, è qualcosa di diverso. Dietro al loro lavoro sta il superamento della visione antropocentrica: avere il coraggio di abbandonare la barriera formale che condiziona la nostra percezione del mondo esterno. Paradossalmente, se fossimo in grado di dimenticare temporaneamente la realtà tangibile del nostro corpo - e quello più trascendente dei nostri condizionamenti - forse riusciremmo a imparare qualcosa di nuovo sul nostro essere umani. Respirare profondamente, sentire i polmoni espandersi dentro la cassa toracica, perdere la parola ma acquisire una nuova consapevolezza di movimenti e del linguaggio. Abbandonare il giudizio per un poco, impadronirsi di un istinto reattivo e comunitario. Vivere nella fratellanza animale inerente al branco. Il nostro corpo stesso diventa teatro di una mutazione. Non siamo burattini, non eseguiamo ordini, eppure calchiamo il palco immaginario della trasformazione, in cui è il nostro occhio interiore a schiudere un mondo fatto di energia e di eloquente silenzio. Diventiamo renne ma camminiamo comunque eretti, saggiando la barriera tra incredulità e immedesimazione.
La performance è divisa in tre tappe apparentemente semplici: Esa Kirkkopelto e il suo seguito ci proiettano in una realtà fatta di comunità e di comunicazione, due temi molto cari a questa edizione del Festival. La prima si concentra sulla formazione dei partecipanti: vengono fornite informazioni sulle abitudini e sull’habitat della renna, istruzioni e equipaggiamento. Dopodiché inizia la lunga fase di cammino, in cui le renne, sotto l’attento occhio della compagnia, vagano per Santarcangelo, inframezzando con momenti di riposo e pascolo. La terza fase è dedicata al ritornare umani, all’analisi delle sensazioni e al feedback dei partecipanti.
Le renne si fidano degli esseri umani. Perché dovremmo avere paura di immaginarci come loro?
Michelle Davis