INTERVISTE > La piece avec les legumes di Uiko Watanabe
Nella pièce avec les légumes la nipponica Uiko Watanabe danza per la prima volta il terzo atto di una trilogia intitolata Food Story. Le differenze tra i singoli brani sono sia contenutistiche che stilistiche: in questa entrano in scena ortaggi convocati a dialogare con la performer. Dalla tradizione giapponese Uiko eredita consapevolmente il rispetto per le forme viventi, animali e vegetali, di matrice buddista. Nella sua cultura madre gli alimenti sacrificano se stessi per donare vita a chi se ne ciba e al termine dell'esibizione lei accoglie il loro sacrificio alimentandosene. Si considera fortunata perché sa cosa vuole nella vita e può realizzarsi nella comunicazione, che è una forma di dono agli altri. Le abbiamo chiesto quale messaggio specifico vuole veicolare con i suoi passi e la risposta ricorda Banana Yoshimoto: “Niente di speciale. Non ho mai pensato di voler dire qualcosa. Parlo di cose ordinarie che siamo soliti trascurare; sto cercando inoltre di parlare di felicità. E' importante per me: siamo sempre così impegnati a cercare problemi nella vita quotidiana...” Nel 2000, ventenne si è trasferita in Europa, confrontandosi con maestri di differenti nazionalità e culture nei centri coreografici franco-belgi. Così spiega le ragioni del suo espatrio: “Volevo davvero essere una danzatrice professionista, cosa che non è possibile in Giappone. Inoltre, siccome i miei genitori sono artisti, e squattrinati, non mi hanno insegnato la normalità. Ho sofferto molto per non essere considerata normale soltanto perché danzavo dall'età di tre anni. Qui, invece, la danza è ritenuto un lavoro normale”. Tokyo, forse, non è ancora una metropoli contemporanea.