La trilogia A way è formata da Kansas, East ed Emerald City, spettacoli autonomi ma legati, tre fasi del progetto ispirato al Meraviglioso Mago di OZ firmato dai ravennati Fanny & Alexander. Si parte con Kansas, una galleria d’arte in movimento, per poi passare a East, il primo punto cardinale, il primo spaccato sul mondo, dove decifrare un racconto fatto a pezzi, inenarrabile. Alla fine del "sentiero di mattoni gialli" giungiamo a Emerald City, un regno di racconti sparsi, lingue sciolte, confessioni, governato da Him,un piccolo Hitler in ginocchio ripreso da un’opera di Maurzio Cattelan, in una moderna favola sul Potere e la libertà.
Fanny & Alexander tornano a Vie con tre rappresentazioni tessute in un unico immaginifico percorso, che costituiscono un lungo tracciato da percorrere integralmente, se lo si vuole, o da affrontare a singole tappe. Il progetto Oz è un viaggio tra i punti cardinali della realtà e dell'immaginazione. Kansas, North, East, West, South, Emerald City: queste le articolazioni del progetto, insieme all’iniziale Sconcerto per Oz. Non c’è un’unica direzione da intraprendere, ma indicazioni geografiche che segnano i luoghi che vedranno il debutto di altri spettacoli, dal nord Europa all’Africa. Una guida è forse Dorothy, la protagonista del libro Il mago di Oz, il celebre romanzo di Frank L. Baum, catapultata in un regno sconosciuto, il mondo di oggi visto attraverso gli occhi di un’adolescente, in compagnia di uno spaventapasseri senza cervello, un omino di latta senza cuore e un leone codardo.
Dorothy però è anche il nome di un ciclone: un punto di riferimento, ma anche un disastro da cui partire. Ogni spettacolo non vuole però riprodurre le tappe del romanzo, ma estrarne le figure emblematiche, per poi gettarle in un turbine di eventi storici, citazioni, linguaggi artistici e riflessioni politiche. S'inizia dal Kansas, luogo da cui il ciclone si origina, una finestra su un mondo da scoprire, ma anche la meta di un ritorno, la casa che Dorothy cerca, dopo aver conquistato durante il viaggio un cuore, un cervello e tanto coraggio, come nella più crudele delle favole.
Il teatro dei Fanny & Alexander indaga la realtà di oggi, fatta di potere, forme dell’autorità e del dominio, disastri quotidiani. Scavano nei desideri, nelle incertezze, nelle dolcezze e nelle ossessioni della gente del mondo, delle tante diverse Dorothy che vivono a nord, a sud, a ovest e a est. Partono da immagini e da segni riconoscibili, in questo caso un romanzo e un film entrati nell’immaginario collettivo, per poi scardinarle in un uragano sonoro, visivo e parlato, ricco di significati da ricostruire. Ci si chiede: possono la musica e il teatro rendere il "meraviglioso" uno strumento di indagine del nostro presente? Può l’innocenza di Dorothy illuminarci sul da farsi? Non è ancora tempo di cercare risposte: bisogna abbandonarsi al vortice, bisogna lasciare aperta almeno una via, A way appunto, e correre il rischio di non tornare più, per arrivare altrove.