Dal 2005 a oggi, il Festival VIE ha costruito un luogo che oggi si estende da Modena fino a Bologna, che passa per i più piccoli comuni della provincia (intercettando zone che hanno subito danni nel terremoto del 2012) incontrando altri teatri del circuito ERT, da Vignola a Carpi a Casalecchio di Reno. Ritrovarsi dopo dieci anni in un luogo così esteso è ancora possibile, e ciò che avvicina pubblico, artisti, operatori, giornalisti e appassionati è un’idea di teatro, che sa farsi occasione di comunità.
Altre Velocità è stata vicina a questo lungo percorso, raccontando sul quotidiano La Gazzetta di Modena, cercando di consegnarne la memoria individuale e collettiva, tracciando così una mappa che, ancor prima che spaziale, è esperienziale e dalla parte dello spettatore. Il nostro intervento si è posizionato nel territorio della conversazione critica e del laboratorio rivolto agli studenti universitari. Da questo avamposto nel cuore del festival, il laboratorio diventa facilmente una “scuola temporanea” dove pensiero e discorso si fondono. Confrontarsi, domandare, contestualizzare, evocare… invisibilità e materia confluiscono nel lavoro quotidiano di scrittura critica che sempre mette al centro le opere e gli artisti, lasciandosene invadere.
Grazie alla complicità del Festival siamo riusciti a stare dentro al teatro proposto da VIE, andando a snidarne le sfaccettate posture interiori, cercando ogni anno di tessere un discorso aperto, che da oggi fino al 25 ottobre si rivolge anche a chi vorrà leggerci su queste pagine o su quelle cartacee della Gazzetta.
Altre Velocità