Un palco senza quinte, un coro in semicerchio e un attore al centro, mentre il pubblico è seduto in proscenio. Così inizia Deposizione e Crocifissione di Virgilio Sieni, in scena al Teatro Comunale di Carpi. Questi sono due dei ventisette quadri pensati all'interno del Vangelo secondo Matteo, un grande progetto costruito con una vera e propria comunità di 163 persone. Deposizione è un lavoro molto intenso che ci mostra, all'interno di un quadrato, il corpo pesante e stanco di un non vedente che si aggrappa a oggetti di legno (sedia, mobili, due cavalletti e attrezzi) cercando di conquistare la verticalità. Gradualmente riuscirà ad alzarsi allungandosi verso l'alto ma ricadrà di colpo sul palco. L'immagine ricorrente di questo percorso è quella del Cristo crocifisso, in questo caso per terra: l'interprete predilige l'uso del pavimento e incastra la testa e le altre parti del corpo negli oggetti scenici. La voce del coro avvolge il pubblico e con suoni biascicati e sussurrati enfatizza i respiri affannosi e la fatica dell'attore che si muove con perfetta consapevolezza nello spazio.
In Crocifissione la scena cambia, è invasa da un gruppo di adulti e anziani. Sul fondo ci sono un tastierista e un altro coro che con canti liturgici accompagnano l'azione. Gli interpreti si dividono in due gruppi per poi disperdersi nella scena raffigurando la salita al Golgota. Il palcoscenico è ricco di immagini e figure religiose rivisitate: qui non è presente una croce, diversamente dalla scena evangelica, ma ci sono due assi che vengono maneggiate e portate sulle spalle dagli attori. La vicinanza tra pubblico e scena provoca smarrimento, le immagini si sviluppano in punti diversi e disorientano lo spettatore. Un progetto che mette in primo piano gesti e volti di gente comune che, come dice il coreografo, fa «emergere il senso di comunità, del vivere donando alla figura e al corpo il gesto della danza».
di Alessandra Corsini
(Per uno spettatore critico 2014)