Il sottile filo tra finzione e realtà, tra il raccontato e il guardato, tra il vissuto e l’immaginato. Giocano su questi labili confini gli attori di Arte e Salute nella messa in scena di La persecuzione e l'assassinio di Jean-Paul Marat di Peter Weiss, visto all’Arena del Sole di Bologna. Sulla scena i colori francesi rosso bianco e blu disegnano con tratti elementari lo sfondo della storia, ambientata in un ospedale psichiatrico giudiziario. Ci sono letti di ospedale e slogan anti reclusione che creano un’atmosfera rivoluzionaria. Il dramma in musica si svolge nel manicomio di Charenton dove il Marchese de Sade, rinchiuso proprio lì anni prima, decide di allestire scenicamente l'assassinio di Jean Paul Marat.
Gli attori (anche nella rappresentazione bolognese) sono pazienti psichiatrici che recitano nel dramma. La rielaborazione di Nanni Garella prevede un filage didascalico delle scene, quasi del tutto fedele all’originale; l'inizio è affidato alla Dottoressa del manicomio, che descrive con minuzia ogni paziente-personaggio, mentre il Banditore annuncia con tocchi di bastone gli intrecci della storia. Si mette in luce lo scontro tra l’anarchia rivoluzionaria di Marat e lo scetticismo intellettuale di Sade. Gli attori, nei panni dei pazienti psichiatrici, inscenano il celebre assassinio del rivoluzionario francese.
Attraverso l’espediente del “teatro nel teatro” l’azione si svolge su due piani distinti e complementari: il livello dello spettatore e la messa in scena di Sade (interpretato da Garella) interrotta dai battibecchi che si svolgono tra gli attori e la Dottoressa. Tra gli attori, Laura Marinoni nei panni della maniaco-depressiva che, con una enfatica recitazione, a sua volta incarna Charlotte Corday, eroina francese che uccide Marat pugnalandolo nella sua vasca da bagno. La folla inneggia alla rivoluzione. Liberté, egalité, fraternité: la speranza oltrepassa la scena.
Angela Sciavilla
(per uno spettatore critico 2014)