Interviste, recensioni, approfondimenti, interventi dal laboratorio di giornalismo "Per uno spettatore critico", in diretta da Vie a Modena e Bologna dal 13 al 23 ottobre 2016
La Corale Savani di Carpi, fondata nel 1974, è diretta da trent'anni dal Maestro Giampaolo Violi, che l'ha condotta in un'esplorazione musicale attraverso i generi, dal repertorio religioso e antico fino al pop e al rock. Dal 2012, la corale collabora con il regista e coreografo Virgilio Sieni in diversi progetti, dei quali l'ultimo presentato a Vie nel 2016 è Ballo 1890_Natura Morta. In questa occasione, il Maestro Violi ha gentilmente risposto alla nostra intervista sul suo lavoro di Direttore e compositore con la Corale nel corso degli anni.
Qual è stato il percorso compiuto in trent'anni con la Corale Savani?
È stato un percorso di conoscenza, stima reciproca e condivisione. Se si lavora insieme si deve essere in sintonia. C'è una collaborazione commovente da parte dei coristi, che hanno fiducia in me e sono sempre disposti a impegnarsi. In una situazione amatoriale come la nostra, il direttore deve motivare chi canta, io lo faccio avvicinandomi lentamente alle potenzialità del coro che a mio avviso si possono sviluppare. C'è da parte mia lo studio e il tentativo di capire cosa interessa ai coristi. Per quanto riguarda il repertorio non tento di imporre le mie preferenze, né di seguire semplicemente le aspettative. Cerco invece di trovare una dimensione originale, che sia adatta sia al coro che a me. I lavori che abbiamo condiviso rappresentano le tappe di un percorso che ha coinvolto diverse persone; nel corso degli anni si sono infatti avvicendati circa duecento coristi e c'è stata una progressiva maturazione. Io stesso sono autodidatta come Direttore e ho quindi dovuto imparare.
In questo senso, i progetti con Virgilio Sieni rappresentano degli step di avanzamento verso nuove possibilità, non costituiscono un punto di arrivo ma le fasi di una crescita continua. Siamo curiosi, ci piace fare esperienza. Sfruttiamo l'agilità di un gruppo amatoriale - che ha meno vincoli - e sperimentiamo continuamente, mettendoci in gioco. Il nostro repertorio è molto vario, va dalla musica sacra alla canzonetta anni Quaranta e Cinquanta, dal pop al rock, spaziando dalla musica antica a quella contemporanea. Gli unici generi che abbiamo dovuto escludere sono la lirica, che richiede voci con una determinata formazione, e il gospel, che necessita una predisposizione particolare.
Come è avvenuta la composizione delle musiche per lo spettacolo Ballo 1890_Natura Morta?
Il lavoro coreografico precede il mio. In una prima fase osservo le prove, ricevo stimoli, prendo appunti e inizio ad abbozzare delle ipotesi. Poi divento un tramite: cerco di tradurre quello che ho visto nelle possibilità che abbiamo all'interno del coro, con le voci di cui disponiamo. C'è un'ottima sintonia con Sieni, le sue coreografie mi forniscono gli elementi per comporre la parte musicale.
Per Ballo 1890_Natura Morta, chi ha commissionato il lavoro ha collaborato in modo straordinario, invitandoci a visitare il Museo Morandi a Bologna. Per questo spettacolo nello specifico, quindi, le musiche sono state composte sulla base delle suggestioni provenienti sia dalla coreografia di Virgilio Sieni che dalle opere di Giorgio Morandi.
Dato che Vie è in ottobre, siamo stati costretti a lavorare con l'interruzione della pausa estiva. La collaborazione del coro è stata fondamentale per riuscire a completare il progetto nonostante il poco tempo a disposizione.
In che modo l'opera di Morandi si è tradotto in musica?
A mio parere, nelle opere di Giorgio Morandi ci sono molte suggestioni traducibili in musica perché possiedono elementi formali evidenti. Si tratta di composizioni, che quindi possono avere una corrispondenza nelle composizioni musicali. Ci sono luce, polvere... C'è lo spazio. Lo spazio, tradotto in musica, può diventare silenzio. In Ballo 1890_Natura Morta ci infatti sono molti silenzi.
Ho inventato delle tecniche vocali per produrre suoni che traducono le tinte, la granulosità e la polverosità delle opere di Giorgio Morandi. C'è inoltre una parte di partitura dissonante che è stata ispirata dalla coreografia di Virgilio Sieni. Nella musica che ho composto, in sintesi, la staticità proviene dall'influenza dell'opera di Giorgio Morandi, mentre la dinamicità prende spunto dalla coreografia di Sieni.
Qual è il rapporto tra la musica e la coreografia?
Il rapporto tra musica e coreografia è uno scambio in cui nessuna parte soggiace all'altra. Come dicevo, comincio a scrivere la musica quando il lavoro coreografico è già iniziato. In Brevi Danze Giovanili, presentato a Vie festival nel 2015, c'era eterogeneità, in Ballo 1890_Natura Morta c'è più omogeneità in quanto la musica è strettamente legata a un solo ambiente. Si tratta di un processo che vede diverse fasi. Io guardo i movimenti, compongo le musiche, poi sottopongo queste musiche al coreografo e di conseguenza i movimenti si riadattano. In sintesi, i due linguaggi si incontrano e si modificano a vicenda.
Quali sono i progetti futuri della corale?
Il 5 e il 6 novembre saremo a Aprilia per partecipare a un concerto di raccolta fondi per la ricostruzione della scuola di Amatrice-Accumuli colpita dal terremoto. Già nei prossimi giorni inizieremo a lavorare a questo concerto, che si svolgerà in una chiesa e presenterà quindi un repertorio sacro. Nel periodo di Natale, come ogni anno, ci esibiremo in concerti a tema natalizio. Saremo inoltre nelle scuole superiori per un progetto sul tema della guerra. A dicembre, invece, ci sarà la replica al Mambo di Bologna di Ballo 1890_Natura Morta.
A cura di Natalia Guerrieri