In Veneto la rete Anticorpi XL ha ben due partner, Arteven e Operaestate. Ci chiarisci i ruoli di questi due interlocutori all'interno del sistema teatrale regionale?
ROBERTO CASAROTTO - La regione Veneto si è affiliata alla rete Anticorpi XL attraverso due realtà sostanzialmente divergenti fra loro. Artevenè il circuito regionale teatrale con missione ministeriale, quindi è l'istituzione ufficialmente preposta a promuovere la formazione del pubblico e a dare sostegno alle compagnie venete. Come circuito gestisce teatri e spazi diversi, programmando rassegne di danza e teatro in tutta la regione.
Radicalmente diversa è invece l'identità di Operaestate, che nasce come festival e percepisce come tale un contributo ministeriale. La rassegna si svolge intorno all'area municipale di Bassano del Grappa, coinvolgendo più di trenta altri comuni sempre dell'area pedemontana.
Operaestate ci sembra molto attenta ad accogliere le proposte di giovani artisti locali e non. In quali direzioni applicate questa attenzione, al di là dell'effetto vetrina offerto dalla manifestazione?
R.C. Operaestate ha abbracciato questa filosofia di sostegno ai giovani talenti, facendone quasi una missione, tanto che i programmi di formazione messi in atto nell'ambito della danza contemporanea sono gratuiti. Nel lavoro che facciamo sul territorio rispetto ai giovani è chiara la volontà di sostenere una fascia di artisti non protetti, ovvero non riconosciuti a livello istituzionale. Ovviamente il festival è una realtà molto vasta che opera lasciando molti tipi di segni diversi sul territorio e cercando principalmente di portarvi ricerca e sviluppo. Negli ultimi anni abbiamo enormemente incrementato il respiro internazionale della manifestazione, per esempio offrendo esperienze di residenza e formazione a coreografi esteri, invitandoli a Bassano per 3 settimane e portandoli così a costruire un percorso di ricerca con danzatori del luogo. Ci muoviamo anche sostenendo le produzioni di alcuni artisti che reputiamo fra i più interessanti della danza internazionale, che sono invitati a produrre lavori da noi con interpreti italiani. In questo modo ho visto crescere rapidamente tante giovani danzatrici, poi invitate dai coreografi ospiti a prendere parte a progetti all'estero. In Italia non esistono vere occasioni di formazione continuativa quindi anche i giovani più promettenti fanno fatica a trovare sia una loro linea autoriale sia spazi dove lavorare.
Eppure sono convinto che l'Italia sia piena di potenzialità e risorse, il ruolo degli operatori è decisivo e credo che parte delle responsabilità della situazione in cui oggi ci troviamo sia nostra, per questo è necessario cominciare a parlarci e coordinarci tra noi in una progettualità ampia.
Oltre a Arteven, Anticorpi XL accoglie un altro circuito regionale, Amat. Che tipo di collaborazione pensate di instaurare data la compresenza nella rete di entità così diverse?
R.C. Credo che sia proprio su questa differenza e sulle diverse potenzialità dei soggetti che può nascere la forza della rete. In questo modo Anticorpi XL ha la capacità di differenziare le opportunità offerte agli artisti: c'è chi può mettere a disposizione occasioni di residenze e formazione, chi festival e vetrine, e chi ancora una dimensione internazionale o una programmazione annuale.
Oltre a questa prima vetrina a Lavori in pelle, quali altri strumenti attiveranno i partner veneti della rete?
R.C. È qui che diventa fondamentale il legame creato dalla rete con i partner istituzionali e con la copertura capillare del territorio, a livello di spazi e di visibilità, che questi enti possono offrire. Per esempio Arteven si è già impegnato a coinvolgere due dei gruppi veneti presentati ad Alfonsine in alcune programmazioni future. Non dobbiamo infatti dimenticare che per una compagnia non istituzionale e non finanziata dal ministero riuscire a entrare in un circuito regionale dopo questa presentazione nella vetrina è un segno molto forte, un'apertura davvero importante.