Assiepati in un anfiteatro di cemento detto esedra, accovacciati su cartoni da pizza con logo del festival, itineranti in bicicletta dalla piazza di Alfonsine al museo del Senio e ritorno. É forse una specie in via d'estinzione, quella dello spettatore di Lavori in Pelle, sicuramente mutante o mutata, alle prese con quei racconti del movimento dove chi guarda è forse più che in altre arti lasciato libero di interpretare. Abbiamo effettuato una piccola inchiesta, ed ecco tre possibili identikit per identificare chi ci sta accanto durante gli spettacoli. Secondo voi la persona che sorride al vostro lato a chi corrisponde?
1# Lo "Spettattore"
Si chiama Alessio. Negli ultimi tre mesi è stato avvistato, nell'ordine, a Longiano, Teatro Comandini, Santarcangelo e Mondaino in qualità di spettatore. A Prato e ad Alfonsine era invece in veste di partecipante a laboratori.
Sei un po' ovunque, vedi tutto e partecipi. Perché?
Penso che mi aiuti nella ricerca di una mia strada creativa. Prima di avere chiara la propria direzione bisogna conoscere quello che si muove. Intanto faccio anche il giardiniere, il massaggiatore, l'operaio e la vendemmia. In campagna arrivano camion, furgoni, trattori, occorre azionare la coclea. Quando armeggio gli attrezzi di campagna sfrutto le tecniche che apprendo ai laboratori di danza.
Cosa cerchi negli spettacoli che vedi?
Non cerco una semplice esibizione di tecniche. Reagisco d'istinto a quello che vedo, e se non funziona me ne accorgo subito e mi sento anche io in imbarazzo. Se ciò che vedo mi soddisfa, invece, riesco con più facilità a distaccarmi e a viverla con leggerezza.
2# Ho sempre un posto in ultima fila
Enrico Isola, di professione tecnico, ad Alfonsine il direttore tecnico. Diceva Eugenio Sideri, presentando i lavori di ieri, che l'opera di un tecnico c'è ma non si vede, e se non ci fosse nemmeno lo spettacolo si vedrebbe.
Cosa guarda un tecnico in uno spettacolo?
La forma, il rigore dell'esposizione, la pulizia Anche quando non lavoro prima di tutto considero questi aspetti, dopo guardo anche lo spettacolo!
In quello che vediamo quanta è la responsabilità dei tecnici?
Dopo il debutto, direi un buon 70%. Io mi metto dal punto di vista dello spettatore, e cerco di fornire all'attore le condizioni ottimali per il suo lavoro. Quando lo spettacolo funziona dipende molto da questi fattori. Ovviamente non tutti lavorano così, per esempio tanti spettacoli di prosa sono meno rigorosi anche nella tecnica.
3# Quelli del monumento
Da uno dei bar di Piazza della Resistenza, ci dicono di andare vicino al monumento, dove ci sarebbero assidui spettatori di piazza. Chiediamo loro di Lavori in Pelle, per gli autoctoni «quelli della pelle». Qui la nostra indagine è parziale, il campione in effetti è limitato. Prima, al Free Bar, il barista ci diceva che forse i giovani sono poco attenti alla manifestazione, mentre tante signore chiedono con insistenza le date di inizio del festival. Eccoci al monumento.
Che cosa ci potete raccontare di Lavori in Pelle? Vi interessa?
Io ne capisco poco di danza, della danza del festival. A me piace il liscio. Ognuno ha le sue passioni e non mi sento tanto attirato da questi spettacoli. Riconosco che ci sono delle figure di danza, ho visto tanti spettacoli in piazza.
Quindi non vi piace?
Non è che non mi piaccia. Secondo me siete bravi, voi che fate il festival, e non è giusto denigrarlo gratuitamente. Continuate che siete bravi! Le cose da criticare sono altre, come l'8 per mille che la Chiesa chiede agli italiani quando non ne avrebbe bisogno, o chi è andato in pensione come un pascià dopo 15 anni.