Il “moto armonico” che spinge Patrizia Lo Sciuto nei panorami della danza contemporanea ha origine in Sicilia, ma si è spinto nel tempo oltre i confini nazionali, in una costante sperimentazione di tecniche, intuizioni e ispirazioni. Un percorso scandito da incontri e maestri, da Dominique Dupuy, che forgia la sua percezione spaziale della danza presso l'Istituto Rencontres Internationales de Danse Contemporaine di Parigi alla fine degli anni ’80, a Trisha Brown, che ne orienta l’esperienza coreografica attraversando la Release Technique, o, ancora, la Limon Technique con Josèe Cazeneuve a Parigi. Altri tasselli hanno completato il disegno della formazione di Patrizia Lo Sciuto come interprete e autrice, dalla relazione tra fraseggio e atto trasmessole dal Maestro Alessandro De Santis, all’aspetto energetico del movimento, nello studio del Qi Gong.
Si delineano così i punti cardinali di una ricerca artistica volta a “Rivelare la danza attraverso le rime dei sensi”- secondo le parole della danzatrice. “Nell’arte del movimento la materia corpo sviluppa ed affina i sei sensi, comprendendo quello cinestetico, e la memoria corpo immagazzina dati di uno spazio esteriore ed interiore. La mia ricerca continua è come un tessere una trama in versi danzati dalla quale nasce una coreografia. L’abito coreografico cucito a volte sta stretto a volte sta largo. Accomodare l’abito secondo il punto di percezione è per me un gioco piacevole e misterioso”.
La ricerca sul movimento naturale e lo studio della libera circolazione dell'energia in un corpo affrancato da automatismi muscolari sono la cifra peculiare della Compagnia Moto Armonico, diretta dal 1995 da Patrizia e Betty Lo Sciuto. Malgré tout (1995), fra i primi spettacoli a vederla sia in scena, sia in veste di autrice, è manifesto di una danza che affonda nel corpo il senso e la natura della ricerca formale. “Attraverso il ritmo potente e misterioso della vita, nello spettacolo, la danza-corpo della donna si materializza nella rabbia scattosa al ritmo delle pulsazioni sanguigne, nella drammaticità della consapevolezza della dialettica amore e odio, dolore e gioia, attrazione e repulsione”.
Lo spettacolo Clinamen nel giugno del 2003, ottiene successo di critica e di pubblico al Festival Internazionale della Danza Contemporanea di Remscheid in Germania, e nell’ottobre dello stesso anno Patrizia Lo Sciuto è invitata a danzare a Wuppertal, nel progetto Körpertexte di Bernd Uwe Marszan, danzatore solista di Pina Bausch, come nuovamente nel maggio 2007 nell’installazione di arti visive, danza e musica Stanza di Luce presentata al Festival di danza del Centre Choregraphique National-Ballet Preljocaj di Aix en Provence.
Patrizia Lo Sciuto accetta la sfida di Rizoma, nell’incontro con artisti chiamati a confrontare e coordinare le proprie individualità: “Lascerò fare, accoglierò quello che accadrà, è questa la cosa affascinante. Il risultato sarà la forza dell’incontro di ogni specifica voce. Il gruppo come l’anello di uno spazio possibile”.