Secondo la vostra pluriennale esperienza, in quali aree è più opportuno intervenire a sostegno dei giovani gruppi?
SELINA BASSINI: È fondamentale una conoscenza organizzativa e amministrativa che spesso scarseggia, anche perché mancano le occasioni formative. GD’A ha tentato di colmare questo vuoto, facendo incontrare i gruppi con operatori, commercialisti, organizzatori. Inoltre c’è una scarsa dimestichezza a livello scenotecnico: un gruppo giovane raramente dispone dell’attrezzatura di cui i teatri sono provvisti, per questo l’aspetto tecnico viene trascurato.
M.F. A livello generale, non solo quindi per i gruppi, c’è poca consapevolezza sulla differenza fra “danz’autore”, “coreografo” e “danzatore”. È forse utile ribadirlo. Il coreografo è qualcuno che prende un’opera e la trasforma, e può essere sia un autore che un regista, è una definizione molto ampia. Il danz’autore è colui che crea un proprio progetto di danza, creando un codice o rielaborando codici già strutturati. Il danzatore, infine, è colui che allena un corpo attraverso i codici, e si mette al servizio dei coreografi e dei danz’autori.
Fra i gruppi che vengono selezionati troviamo personalità artistiche già definite o si scommette anche su proposte più “acerbe”?
M.F. GD’A è un percorso di formazione, l’unico in regione. Tale percorso può rivelare artisti già maturi oppure gruppi meno definiti qualitativamente. In questi casi il concorso è un’occasione che speriamo possa aiutare a meglio definire le singole identità.
S.B. Per questo motivo non chiediamo che i progetti siano presentati in esclusiva: chi partecipa al concorso può liberamente mostrare il proprio lavoro altrove. Credo sia un modo per far crescere le opere, e per questo si scommette sulla potenzialità e non solo sull’esito finale di qualità. I gruppi sono seguiti per un anno da una commissione che opera la selezione per le prime due fasi. Nel 2007 era composta da Paolo Brancalion, organizzatore dell’Arboreto di Mondaino, da Roberto Casarotto, direttore artistico della sezione Danza di Operaestate Festival Veneto, e da Lorenzo Donati, critico teatrale. Il tutto coordinato dalla responsabile Francesca Serena Casadio di Cantieri.
Cosa c’è in palio per il vincitore di GD’A?
M.F. Questa edizione e le prossime vorranno premiare il percorso, il progetto artistico della compagnia anche al di là del risultato. In quest’ottica rientra il sostegno per la circuitazione. L’idea è che gli operatori della rete Anticorpi ricevano un contributo che permetta loro di mettere in programmazione i gruppi di GD’A che riterranno più adatti alle loro strutture. Il vincitore avrà comunque un premio di 3000 euro.
S.B. In questo contesto ogni partner della rete diventa il referente per la giovane danza d’autore per le singole province. Già da quest’anno si è avviata una relazione di scambio e di consiglio fra i gruppi partecipanti e i singoli operatori di Anticorpi.