Senza trucco ma probabilmente con un sacco di make up: da tredici anni il festival Gender Bender frulla e mixa gli immaginari legati alle rappresentazioni del corpo e delle identità di genere, diventando occasione preziosa per scoperte legate alle arti performative e cinematografiche. Anche l'edizione di quest'anno, Senza Trucco, appunto, presenta un variegato cartellone di proposte che si distende dal 31 ottobre al 8 novembre, offrendo un programma che abita diversi spazi della città particolarmente attraente per tutti gli amanti della danza.
Si inizia il 31 al Teatro Testoni con "Tel Quel!" Di Thomas Lebrun (replica il 1), un viaggio danzato nell'accettazione e integrazione della propria identità, un inno alla libertà di scelta e alla capacità trasformativa dei sogni pensata espressamente per un pubblico adolescente ma adatta a tutti perché la danza, secondo il coreografo, «ha la capacità di catturare i giovani spettatori ed eccitare la loro immaginazione, senza essere sopraffatta da una narrativa o da significati puerili».
La compagnia danese Granhøj Dans presenterà invece, sempre il 31 ottobre ma all'Arena del Sole, due riletture della Sagra della Primavera: "Rose" con in scena sette danzatrici e "The Rite of Spring", per sette danzatori. Scivola tra i generi anche la coreografa israeliana Liat Waysbort con "Please Me Please" (2 e 3 novembre), dove un danzatore si trasforma da uomo a donna attraversano tutte le tappe che lo portano da oggetto del desiderio a soggetto desiderante, mentre "Disco-Teca" del coreografo cantonese Er Gao ci riporta nei tardi anni Settanta, durante l'erompere della disco music nella Cina post-Rivoluzione Culturale (4 e 5 novembre, c/o Sì). Tra le proposte italiane protagonisti Giorgia Nardin ("All dressed up with nowhere to go", 1 e 2 novembre presso Sì)), Marco D'Agostin ("Everything is ok", 3 e 4 al Testoni) e Chiara Frigo ("Ballroom, 7 e 8 novembre al Dom), mentre chiude le danze la proposta altamente spettacolare e acrobatica dei Collective Loss of Memory ("Dot504", 7 e 8 novembre ai Teatri Di Vita) dove cinque performer si fronteggiano tra circo e arti marziali. Non per i deboli di cuore.
La sezione Teatro propone il musicista e performer svizzero Daniel Hellman che in "Full Service" (a Dynamo il 5 e al Cassero il 6) si offre di soddisfare ogni desiderio, svelando la matrice capitalista che informa il meccanismo della visione e più in generale di tutte le relazioni umane; Teatro Sotterraneo ambienta un "Jukeboxe" in un vero supermercato (6 novembre).
Numerose le chicche anche per la sezione Cinema, di cui ci limitiamo a segnalare, per contiguità di contesto, il documentario dedicato alla vita di Yvonne Rainer: "Feelings are Facts. The life of Yvonne Rainer" (5 novembre al Lumière), artista e danzatrice protagonista di una fra le più geniali e dissacranti avanguardie del secolo scorso, e "Amore Prossimo" il cortometraggio di esordio di Andrea Alessandro La Bozzetta (6 novembre al Lumière), performer e regista attivo nella scena artistica bolognese.
(a cura di Lucia Oliva)