Questo articolo fa parte di Speciale danza. Della piattaforma e altro a cura di Altre Velocità, in lavorazione da dicembre alla fine del 2012
Firenze, 21 dicembre 2012
Più o meno un anno fa ho scritto PROCURARSI UNA TEORIA, un testo che mi aiutava a nominare e descrivere delle ‘pratiche’ per trovare la danza, le danze e la vita.
La necessità che mi spingeva a parlare dei miei esercizi privati partiva dalla consapevolezza che il momento è proficuo per aprire le maglie del linguaggio e metterlo in contatto diretto con la comunità per affermare una nuova politica del ‘soggetto danzante’.
Nel mio percorso mi confronto da tempo e a più riprese con persone che mi si avvicinano per ‘studiare la danza’, giovani professionisti, amatori, bambini, adolescenti, attori…
È chiaro che i problemi che devo affrontare e le strategie comunicative che devo adottare per trasmettere qualcosa sono ogni volta diverse, ma la domanda di partenza CHE COSA E’ LA DANZA rimane dentro di me sempre la stessa, che si tratti di trasmettere la sapienza tecnica del corpo, la dimensione energetica dei flussi che attraversano l’anatomia corporea, la potenza emotiva del gesto danzato o di tentare di spostare la questione sul pensiero e sull’oggettualità di ‘un corpo’ nel mondo.
Non posso dunque che continuare col farmi delle domande.
Abbiamo ancora bisogno per evolverci, di affermare il nostro dominio sulla natura e dunque di praticare una tecnologia del corpo?
Ma anche, possiamo ancora sostenere l’utopia cominciata negli anni 60 di una democrazia del corpo?
Ieri ho letto la presentazione di un bando per giovani artisti dell’Istituto di Cultura Svizzero a Roma, che mi piace, mi piace molto:
La crisi è presente ovunque, interessa l’economia, la politica, lo Stato-nazione, la cultura, l’ambiente ecc, sollevando la questione delle prassi e delle regole. Anche le arti e le scienze sono coinvolte, nella misura in cui queste trasformazioni le costringono a gettare uno sguardo critico sui loro processi di creazione e di invenzione e a compiere uno sforzo comune di riflessione su questioni essenziali come la definizione dell’ essere umano o la ricerca di senso nel nuovo mondo che emerge oggi.
Mi piace molto perché parla di prassi e regole, di sguardo critico sui processi di creazione, di cose molto concrete che connettono il fare artistico con le dinamiche reali del mondo.
Cito ancora, questa volta è Marten Spangberg, un coreografo attivo sulla scena europea da molti anni, che ha l’ardire e la capacità di produrre discorso:
Per gli Stati Europei del Welfare, i supporti dello stato all’arte e alla cultura erano lo strumento necessario per creare una società ben funzionante. Per i governi neo-liberali di oggi, questi strumenti ed i motivi che gli stavano dietro, sono ormai persi e superati. Il Welfare non ritornerà ed il supporto pubblico dello Stato è ormai andato. Le relazioni corporative, lo sponsoring, i logos, le VIP openings, i gala per il fundraising, il crowd-sourcing (che disgusto) e numerose altre strategie condurranno il gioco ed il futuro. Se questo è un bene o un male non è la questione, la questione è che questo è ciò che abbiamo di fronte. Una cosa però è certa, tutto questo cambierà l’arte – e non poco, la cambierà nei suoi fondamenti – e l’arte dovrà cambiare per forza per poter negoziare nuovi modi di libertà, nuove zone di autonomia e nuove modalità di fare arte. Dance.
Ritorno alle mie pratiche.
Da un mese ho ricominciato a dare lezioni di danza serali aperte a tutti, a chiunque voglia partecipare, con un approccio professionale… intendo dire che per due ore, due volte la settimana chiunque può seguire un corso di danza contemporanea.
Potrei chiamare questi incontri LA DISCOTECA, dove per due ore si pratica l’erotica del corpo, la sua inutilità, nel senso che si usa il corpo, non lo si consuma.
Che cosa faccio?
Ad ogni incontro provo a comporre un nuovo territorio.
Cerco di spostare il paradigma dal dominio alla disposizione.
Cerco ritmo, dei nuovi ritmi.
Metto a disposizione per due ore uno spazio ed un tempo irripetibili.
Lascio credere solo alle intensità psicofisiche e dunque alla diversità.
Lascio uscire fuori la sapienza corporea, la specificità.
Apparecchio dei dialoghi per parlare di ciò che sentiamo, non di ciò che vediamo.
L'organo del corpo corrispondente a tutto questo è il cuore.
La danza è dunque ciò che I nostri sensi sentono?
(TO BE CONTINUED)
Procurarsi una teoria
Ho cominciato a chiamarli esercizi poiché corrispondono ad un’idea di pratica, che potrebbe essere attivata in qualsiasi luogo ed in qualsiasi momento.
Non possono essere fatti da tutti però, infatti non esistono istruzioni.
In fondo sono pratiche intime, hanno a che vedere con il sogno che si fa al mattino, quello che appare ripetibile al risveglio o comunque non costituiscono una disciplina; possono essere usati per allenarsi al vuoto. Non si attivano attraverso l’uso della volontà. Richiedono però un calcolo esatto tra la forma e l’espressione. Non producono nessun prodotto. Allenano alla bellezza senza valore, allo charme. Si possono ripetere ogni qual volta che qualcuno lo chiede o anche nella propria casa senza che nessuno lo veda, infatti allenano a non guardare. Si fanno con il corpo ma possono essere fatti anche con il pensiero o con la scrittura o con la musica o con la pittura o anche con le spezie ed il cibo e con la lettura o anche con degli ospiti. Non è possibile improvvisarli in quanto richiedono specificità e massima adesione alle norme anche se disattendono sempre alla legge poichè aderiscono esclusivamente all’intensità; sono esercizzi ciechi ma sono utili.
(Dieci esercizi - La voce degli animali, la bocca, la sonata, il vestito, i windchimes, i gesti retorici, la partitura, il dialogo: Birds dyalogue, Tongue, Scarlatti’s hair, The Bat, Gold, Blue, Pink, How To Unlearn Languages, The Sonic Body 17, Mushrooms and Flowers).
A CHARMING LOVER Si aderisce ad un ordine cinestetico procedendo in senso contrario allo sforzo ed alla contrazione. Il movimento si palesa amando-si e per questo si rende amabile.
I WANT TO BE A SEASHELL, I WANT TO BE A GOD, I WANT TO BE A BACTERIUM Si è un oggetto del mondo. Si fanno disparire i limiti che potrebbero contenere la potenza. Il corpo è un luogo concavo e convesso, considera un dentro ed un fuori.
THE ANARCHY OF SILENCE Il pensiero diventa il corpo a cui appartiene. Il corpo diventa un veicolo che si muove da solo.
YOU KNOW, YOU CAN ALWAYS BEGIN ANYWHERE Rendersi abili alla massima esposizione o ostensione, tra rendimento e apparizione, tra la massima tonicità e la fievolezza degli impulsi.
KOOL AND HOT Trovare un’erotica della scena senza dominio. Esistono delle farfalle che imitano delle foglie morte.
DOMINO Dare le misure esatte e poi decantarle. Coagularsi in uno spazio minimo. Ed esistono degli uccelli che aderiscono ad un‘estetica del trillo.
SO YOU THINK YOU CAN DANCE Moltiplicare i punti di appoggio e mostrarne la loro inutilità. Produrre delle torsioni od inversioni, da dentro a più dentro o da fuori a più fuori.
OVERPOPULATION AND ART Opacità della presenza. Aderire ad il paesaggio diffuso ed orizzontale dei corpi.
A SYNTAX OF DEPENDENCY Si lavora sulla prensione sottilissima.
SOMETHING TO DO WITH LIFE Senza scossa e senza rumore.
Acrobatic, anti, astenia, available, beauty, charming, debt, dedication, delay, dissimulation, domestic, easiness, echo, economy, epidermic, exercise, fragile, gazelle, gravity, greatness, hierarchies, horror, hot, incalculable, insolvency, intimacy, jellyfish, kool, languor, latency, lax, lovable, love, lover, minimum, mracle, money, moth, nomos, Obama, occasional, oikos, opacity, oval office, parabola, power, praise,prodigy, promiscuous, propulsion, rarefare, regime, sans papiers, self-moving vehicle, serpentine line, simulation, spice, straight down shot, swan, syntax, surplus, technique, the beginning, the end, time, tongue, torsion, unhoped for, vacuum, virtuosity, wastage, waterfall.
Acrobatic: un’attidudine al salto prodigioso
Anti: un uso del mondo
Astenia: una specie di leggerezza che permette di attivare una presa sottilissima sulle cose, quella che basta per stare in qualsiasi situazione.
Available: ciò che rende mutevoli.
Beauty: una manovra operativa nascosta
Charming: utilizzare la propia bellezza
Debt: ecologia della circolazione
Dedication: trovare il tempo necessario per far apparire le cose
Delay: un’attenzione molto speciale dal centro alla periferia e viceversa
Dissimulation: serve a scardinare le gerarchie
Domestic: una casa come un ritmo
Easiness: un’attività energetica sulla superficie
Echo: l’apparizione di un nuovo spazio
Economy: la cura di un gregge
Epidermic: un’attività energetica interiore
Exercise: l’apparizione di un paesaggio quando io non ci sono
Fragile: ciò che fa tutt’uno con il proprio desiderio
Gazelle: una soluzione unica al problema della velocità
Gravity: l’inerzia del corpo
Greatness: un’esuberanza esistenziale
Hierarchies: una misura simbolica
Horror: lo scandalo della verità
Hot : la temperatura migliore
Incalculable: un rapporto con l’economia
Insolvency: una struttura espressiva
Intimacy: il ritmo
Jellyfish: la grazia del mollusco
Kool: un surplus di dedizione
Languor : rarefazione del potere
Latency: il posto per la certezza e il dubbio insieme
Lax: una vibrazione leggera
Lovable: ciò che si ritrae offrendosi
Love: ciò che si dona ritirandosi
Lover: l’amato
Minimun: l’obbedienza al vento
Miracle: la condivisione di un’avventura
Money: ll regime economico della domanda
Moth: un’erotica della scena
Nomos: la norma
Obama: la retorica gestuale
Occasional: accade solo per questa volta
Oikos: l’abitare
Opacity: una flessione
Oval office: la retorica del discorso politico
Parabola: una variazione dell’identità
Power: il più forte competitore di Dio
Praise: la co-esistenza radicale
Prodigy: l’esagerazione migliore
Promiscuos: un voodoo relazionale
Propulsion: un pensiero intempestivo
Rarefare: una particolare convivialità
Regime: uno spazio vuoto
Sans papiers: il diritto di cittadinanza ovunque
Self-moving vehicle: trova nuove modalità per organizzare lo spazio e il tempo
Serpentine line: la curva che indica un’infinità di modi per ritrovare un equilibrio
Simulation: produce delle possibilità
Spice: la pratica del pensiero entra nella terra e si rende aromatica
Straight down shot: God’s eye view
Swan: l’esercizio che si trasforma in gioco
Syntax: la camera dei segreti
Surplus: dinamica del salto
Technique: una scatola d’arnesi per la pratica
The beginning: non mettere radici
The end: l’inizio di un dipinto arriva alla fine
Time: permettere alla struttura di emergere
Tongue: non guardare più il paesaggio articolare o muscolare
Torsion: una figura del futuro
Unhoped for: una chiave di volta
Vacuum: eliminare completamente il pericolo del cum
Virtuosity: magica dissimulazione propria della pratica artistica
Wastage: non si è maestri del vento
Waterfall: figura ritmica di un oggetto del mondo
Da Loveeee – journal
una produzione :Cristina Rizzo/Lucia Amara e LIVE ARTS WEEK Xing
Download: www.xing.it/liveartsweek/Loveeee_journal.pdf