Màntica 2011 hello
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«L’idea creativa è come un fascio di luce intuitivo in cui tutto il lavoro è già praticamente contenuto (è un momento di intellezione semplice e spirituale; rispetto al lavoro, è trascendente e illimitato)». Così scriveva in
Deux considérations sur la création artistique per definire l’istante della creazione Giacinto Scelsi, la cui musica sarà tra i molti protagonisti di
Màntica 2011 (spettacoli concerti proiezioni ascolti installazioni laboratori, Cesena,
26 novembre – 4 dicembre 2011).
La quarta edizione di Màntica, dedicata all’istante che crea, alla composizione, al qui e ora dell’improvvisazione, nelle diverse forme del concerto, della performance e dello spettacolo musicale e teatrale, guarda quest’anno al significato meta-politico dell’arte e dell’istante creativo: al suono, al movimento, alla parola, come bagliori che ridisegnano lo spazio e l’incontro spirituale tra spettatore e artista. Le musiche di Scelsi, Varese, Ligeti, Scodanibbio, Xenakis, Cage, Nono, Berio, Part, Rihm, attraverseranno i giorni di Màntica, grazie alla guida di
Fabrizio Ottaviucci, che proporrà sotto forma di ‘ascolti guidati’ un montaggio della memoria sonora di alcune delle musiche d’avanguardia e di sperimentazione del Novecento; quindi Scelsi e Cage saranno protagonisti in un concerto con Ottaviucci al pianoforte in cui le
Sonate di Cage incontrano gli
Interludi e la
Suite n. 9 Ttai di Scelsi. La serata iniziale vedrà l’apertura di
Tipografia Testamento, ‘edizioni urgenti di testi da leggere subito’, ideata da
Claudia Castellucci, che nel programma ha per curiosa e plurisignificante intestazione la parola ‘impresa’; quindi tre concerti:
Giuseppe Ielasi, tra i più interessanti viandanti di nuove sonorità chitarristiche, elettroacustiche, radicali;
Z’ev, artista statunitense, che unisce rito, spiritualità e ricerca nel potere ritmico-spaziale di strumenti percussivi fatto però di meccaniche e forme metalliche; l’ensamble d’archi
Cracow Philharmonic String Quartet, che si muoverà tra i quartetti di Sostakovic e Penderecki, e la prima italiana di un’opera di
Massimiliano Messieri. Suoni della tradizione occidentale, ma anche suoni del Sud del mondo che raccontano il presente, come quelli del rapper tunisino
El General che canterà, e dialogherà, in un incontro pubblico, col giornalista del Manifesto
Stefano Liberti e il critico musicale di "Blow up"
Massimo Balducci. Al centro del festival l’istante creativo che ridisegna lo spazio materiale e simbolico; l’istante creativo che è pura luce improvvisa, che sparisce mentre prova a trascendere l’attimo: le istallazioni di
Luigi Presicce,
Cristiano Carloni e Stefano Franceschetti, e le performance di
Romeo Castellucci (che si interroga sul grande ‘altro’ che muove l’attore, lo spettatore),
Francesca Grilli (che attraverso il canto si interroga sul suono in quanto possibile essenza di ogni cosa creata),
Nico Vascellari e Ghédalia Tazartès (e il tremendo incontro con il
Bus De La Lum, voragine carsica, un tempo dimora delle straghe, diventata una foiba durante la Seconda Guerra mondiale), e ancora l’incontro-scomposizione-ricomposizione tra fiaba, suoni, gioco, bambini in
L’uccello di fuoco di
Chiara Guidi,
Massimo Simonini,
Silvia Tarozzi.
Màntica 2011 proverà infine, nell’ultimo giorno di programmazione, a interrogarsi, in un incontro pubblico coordinato da Claudia Castellucci, Romeo Castellucci, Chiara Guidi, sull’istante creativo come atto anche ‘politico’ e ‘religioso’, sulla condizione attuale dell’arte e sul suo porsi tra bisogni materiali e domande spirituali: un interrogarsi necessario e non rimandabile, in un tempo in cui il posto delle analisi minuziose e veritiere va preso da tentativi di risposta radicali e coraggiosi.
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