La crisi nel settore teatrale purtroppo tocca diverse latitudini. In Colombia, Patricia Ariza (fondatrice del Teatro La Candelaria insieme a Santiago García) ha fatto alcune riflessioni al riguardo in occasione della giornata mondiale del teatro lo scorso 27 marzo. Patricia Ariza è una guida per il teatro in Colombia, gestisce molti progetti che combattono contro la disuguaglianza sociale attraverso il teatro ed è fonfatrice del Festival Alternativo de Teatro che si contrappone al Festival Iberoamericano de Teatro, convertito ormai in una macchina imprenditoriale molto grande che tende a trascurare gli artisti locali.
La Ariza spiega che le risorse pubbliche per le attività teatrali sono scarse principalmente perché non sono dentro l’ottica delle priorità né del governo né della società. Il teatro non è concepito come un mestiere imprescindibile per la vita dei cittadini. Di conseguenza non si può fare altro che scontrarsi contro molteplici difficoltà che sono di natura mista: i nuovi artisti preferiscono buttarsi nel mondo delle telenovelas, dello show business o dello Stand Up Commedy – che in questi giorni va molto di moda con le sue barzellette scurrili e banali – per trovare un conforto economico che il teatro non è in grado di offrire. I politici si fanno vivi nelle sale teatrali – che solitamente non frequentano – solo nelle grandi occasioni per comparire nelle foto dei principali giornali. In aggiunta, a differenza del passato, i nuovi gruppi non hanno relazioni fra di loro, non si preoccupano di formare un pensiero collettivo e sono disinteressati all’apertura di nuove sale teatrali.
Come succede di frequente nei territori colpiti dalla crisi, la burocrazia è un muro insuperabile. Un esempio che riflette questa situazione è il permesso negato a Fabio Rubiano (grande maestro del teatro colombiano contemporaneo e fondatore del Teatro Petra) che con i risparmi di tutta una vita di lavoro era riuscito a proporre al comune il progetto del suo teatro nel quartiere La Soledad di Bogotá. La risposta delle autorità è stata negativa ritenendo che uno spazio teatrale avrebbe rovinato la zona residenziale del quartiere. Purtroppo abbondano casi simili in città e non solo.
Per risolvere la situazione dei giovani aspiranti artisti, Patricia Ariza ha proposto al comune di Bogotà un progetto per promuovere il teatro nei quartieri e nelle periferie della città. Il progetto mira all’“arruolamento” dei giovani che vogliono far parte del teatro colombiano, un teatro che ha lavorato molto negli ultimi sessant’anni per costruire un’identità propria, con un punto di vista critico ben definito, fattore che spesso ha visto penalizzare le richieste di contributi pubblici.
Santiago García, fondatore del Teatro La Candelaria, nel 2012 a 84 anni, si è visto riconoscere il titolo di ambasciatore mondiale del teatro. Con 16 medaglie di riconoscimento per il suo lavoro, le sue parole offrono una descrizione molto sintetica e chiara delle difficoltà del lavoro in teatro: «La prima medaglia è per addomesticarti, la seconda per comprarti e la terza per non pagarti mai». Fernando Peñuela, attore storico della compagnia, purtroppo si è tolto la vita il 23 settembre 2011 a 45 anni, a causa dei lunghi anni di precarietà.
Questo panorama dovrebbe essere il punto di partenza per risvegliare le forze di un teatro che non ha avuto una vita facile, ma che ha scavalcato molte barriere, come la censura politica. I giovani possono rinfrescare il sistema esigendo la creazione di nuove politiche culturali per valorizzare il lavoro nel settore teatrale.
Di seguito indichiamo una serie di link per chi volesse approfondire l’argomento o il teatro colombiano contemporaneo:
- Teatro La Candelaria: sigtemedia.net/teatro
- Teatro Petra: petrateatro.com
- Corporación Colombiana de Teatro: corporacioncolombianadeteatro.com
- Fondo Iberoamericano de ayuda Iberescena: iberescena.org
- Blog Contro Escena: eltiempo.com
- Blog En Acción: enaccion
Johanna Carvajal