Figura poliedrica del panorama teatrale internazionale, Alvis Hermanis è nato in Lettonia nel 1965 e inizia la sua carriera come attore, dopo essersi diplomato al Conservatorio di Stato nel 1988. Si affaccia alla attività registica nel 1990, allestendo messinscene di cui spesso è anche drammaturgo e scenografo. La sua cifra stilistica si svela nella creazione di simboli e immagini attraverso la scena teatrale: colma di oggetti, essa si carica di ricordi e memoria, divenendo luogo del passato più che del presente.
Divenuto direttore artistico e sovrintendente del New Riga Theatre nel 1997, lavora da anni con la compagnia del teatro, con cui ha creato, nel corso del tempo, una connessione di idee e di intenti partendo dalla condivisione delle stesse necessità espressive. Il loro percorso non prevede la distinzione netta tra il regista che guida e l’attore che esegue, ma una sintonia sincera di arte e pratica teatrale, con l’obiettivo di riproporre la realtà sul palco come un antropologo che scatta una fotografia. Numerosi i riconoscimenti e i premi internazionali ricevuti da Hermanis, tra cui il Premio Young Directors Project nel 2003 per la sua messinscena de L’Ispettore generale di Gogol al festival di Salisburgo, il Premio come miglior attore dell’anno per la sua interpretazione di Jean in Miss Julie per la regia di Mara Kimele, il IX Premio Europa Nuove Realtà Teatrali del 2007. Ospite di molti festival europei, a Vie Scena Contemporanea Festival di Modena ha presentato, con i suoi attori lettoni, By Gorky nel 2005, Sonja nel 2007 e Kapusvētki – Graveyard party nel 2011, tutti in prima nazionale. Tre spettacoli diversi, che toccano stili e temi che Hermanis maneggia con estrema facilità: dallo sguardo voyeuristico sulla vita dei personaggi di By Gorky, rinchiusi in una casa di vetro e ripresi dall’occhio della telecamera, passando al racconto grottesco e umoristico della vita di Sonja da parte di due uomini che s'introducono nella sua abitazione per finire con la venerazione dei morti nel cimitero dell’ultimo spettacolo presentato a Vie, focus sulle tradizioni del popolo dell’est.
Nel 2010 Hermanis ha curato la regia italiana de Le signorine di Wilko, prodotto da ERT, tratto da un romanzo di Jaroslaw Iwaszkiewicz, in cui il protagonista Wiktor torna ai luoghi dell’infanzia e ritrova cinque ragazze, ora donne, compagne di gioventù. Un turbine di sentimenti e rancori, di amori e di rimorsi, fra il ricordo del passato e le difficoltà del presente (a cura di Carolina Ciccarelli)
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