NEROep ci racconta di un conflitto impossibile, di una battaglia già persa, di una resa obbligata. Cosmesi insieme a Rotorvator allestisce un universo post-apocalittico, dove il crollo è traccia visiva infinita, infinitamente disturbata da un segnale di fine trasmissione. Sulla musica del gruppo metal la compagnia friulana costruisce una performance fatta di pochi, ben assestati, segni: una bandiera bianca, una tormenta visiva e sonora che penetra i corpi degli spettatori intrappolandoli in questo universo distopico, e le azioni di Eva Geatti, figura solitaria che fronteggia un nemico invisibile e pervasivo. La performer abita una situazione che la trascende e la fagocita, che ne annichilisce la voce coprendola di frastuono e la cancella gettandole addosso il buio. Niente di significativo può più essere detto, la possibilità di intervenire è estinta, ma la Geatti non raccoglie la bandiera della resa. Nel disastro assordante del presente qualcosa, suo malgrado, resiste: qualcosa di irriducibile e inconquistabile, più forte di una semplice sopravvivenza. Perché essere arresi non significa essere vinti.
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