Un’auto grigio anonimo in un perimetro di gelido neon. Anche un garage può essere teatro di un evento epocale: lo sa bene Eva Geatti dietro lenti spesse e in vestaglia rosa. E lo sa Nicola Toffolini, artista visivo con l’occhio vigile sul nostro quotidiano, elettrico, metallico, geometrico. I due, Cosmesi in arte, sono gli abili artefici di manufatti, strutture architettoniche vive nello spazio, in cui la delicata Eva porta con candida malizia schegge di ironia feroci, e fatali.
L’incontro tra i due è la messa a punto di una scatola di montaggio multidisciplinare che mira alla costruzione tangibile di oggetti e situazioni contemporanee, prodotti theatrical-design con tempi e costi di lavorazione notevoli, senza margine di spreco o scarto di materiale, con la necessità di fare scelte giuste e oculate al primo tentativo. Cumulonembi alla mia porta è un tassello, una parte, piccola, breve e autonoma; ideata e limata con cura, senza eccessi ma con calcolata precisione. L’ingranaggio di scena è progettato per innescarsi a contatto con l’essere umano; così la volontà di una donna di morire epicamente è illustrata dalla perizia con cui da sola prepara la scena del suo suicidio. Poi, dal melodrammatico al fumetto, il colpo di scena o di grazia, che le rovina l’uscita dal mondo, o prepara l’ingresso in un altro. Cosmesi gioca con coscienza a fabbricare, con immagini e bulloni, reali e metaforici, il teatro di oggi, che per quanto sia spesso alla canna del gas, sa ancora usarla diversamente.
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