Qui a Contemporanea ’05 è iniziata una sfida: sfida per i giovani artisti in cerca di un traguardo, sfida per il pubblico in cerca di un teatro, sfida per chi guarda il teatro cercando un nuovo sguardo, sfida per il teatro in cerca (come sempre) di sé. Frastornata da vecchie novità, insolite tradizioni, nuovi modi di fare e di dire quest’arte continua a correre più o meno felicemente contaminata, tradita, messa in discussione. Lo startman ha sparato il colpo di pistola. Tutti sono scattati dai blocchi. Per noi che guardiamo da quelle gradinate che qualcuno anticamente chiamava teatro, quello che importa ora non è scoprire da chi verranno vinte le sfide, ma come ogni concorrente partecipa alla corsa, come ogni sfidante troverà il modo di con-correre, sperando magari di ipotizzare possibili traguardi su cui appostare il nostro obiettivo in attesa di scattare il fotofinish. Ogni foto congela un istante, e un istante non ha inizio né fine. Tutto quello che possiamo fare è scattare più foto possibili, da ogni punto di vista raggiungibile, guardarle da vicino e da lontano, scomporle e rimetterle in sequenza, per cercare di reintegrare l’istante congelato nel flusso del tempo, per cercare tra le diverse istantanee di questi teatri un frame che possa precederle e uno che possa seguirle.