E’ UNA BOMBA INTELLIGENTE?
Rezza conferma Rezza, in un’esplosione di dissacrante immaginazione innescata dai detonatori scenografici architettati da Flavia Mastrella.
Le bombe pseudointelligenti raccontano di saper colpire solo il colpevole, l’intelligenza di Rezza sa che nessuno è innocente. Nessuno sì può salvare: militari, civili, ospedali, crocifissi, nemmeno il pubblico che vorrebbe continuare a fare il suo passivo lavoro. Qualcuno era preparato a farsi investire dall’onda d’urto, ma nessuno poteva sapere di venire leccato, frustato, palpeggiato là dove il costume vuole che non ci si tocchi. Forse quello che più sorprende è che al frastuono di un’esplosione faccia eco il fragore di una risata. Un rumore che forse porta lontano, forse muore dove nasce, ma che per lo meno lascia un segno, fosse anche solo quello di una rovina.
D.B.
NON C'E' RESISTENZA!
Si dimena e si sfigura, in smorfie estreme al limite del dolore, con gli occhi fuori dalle orbite, pieni di assoluta vacuità e smarrimento, nudo, gobbo, in una schizofrenia da identità a zero gradi. Arpiona palco e platea con una corda tesa, la linea di un elettroencefalogramma piatto. Quello del pubblico. Linea retta, picchi di reazione per punture di senso che Rezza inietta con lucida e feroce intelligenza. Non è complicità, è la pietosa concessione di una battuta. E il pubblico ride dalle proprie bassezze, e forse non delle proprie, mentre Rezza trascina spettatori nel ruolo di poliziotti che reclutano vittime, che a loro volta si fanno sparare per poi giocare al morto in scena. Rezza infierisce, umilia corpi vivi che stanno al gioco della passività da spettatore. Parla a voce alta, ma forse non molti lo sentono, assordati dalle proprie risate. Non c’è democrazia, e non c’è reazione.
V.B.
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