RECENSIONI > L'ultima performance? Una conferenza!
Nella lista dei migranti a passo di danza, per il progetto internazionale La Francia si muove, l’anno scorso Jérôme Bel figurava fra i nomi dei più importanti coreografi francesi. Torna quest’anno a chiudere il festival Contemporanea05, con Shirtology e The last performance, opere fra quelle che da un decennio mettono la critica in affanno, alla ricerca di definizioni. Per questa corrente della danza contemporanea, l’unica etichetta sembra essere il paradosso della ‘non-danza’. Negazione, eppure, molto di più. Coreografie dove non c’è un solo movimento che possa definirsi danza. Azioni minimali spogliate di ogni espressività, come in Shirtology, performance ideata otto anni fa in cui magliette pubblicitarie con messaggi che esaltano il capitalismo trionfante sono ordinate in modo da comporre un discorso. L’abbigliamento è ciò di cui disponiamo per vestirci, il linguaggio è l’insieme delle parole di cui disponiamo per parlare. Da qui nasce l’idea di utilizzare delle T-shirt, per creare una performance a metà tra sistema della moda e sistema della lingua.
La sintassi gestuale vive nell’esposizione del corpo nella sua semplicità che lascia spazi a una pluralità di interpretazioni, di discorsi possibili. Azioni: levare strati di magliette, accumuli di slogan, stratificazioni di parole stampate, di sensi probabili. Il corpo diventa una superficie soggetta a processi continui di scrittura e riscrittura.
Per Contemporanea 05, questa performance, nata come esperimento per reagire all’alienazione culturale e all'impero dei segni’ che pesa sui nostri corpi, si intreccia, per la durata complessiva di un’ora, a The Last Performance, una vera e propria conferenza. Una sorta di riconsiderazione teorica delle azioni. Parola d’ordine di questa operazione: cambiare il mezzo di comunicazione per provare a chiarirne i punti, le ragioni, le sottrazioni.
Ironia gestuale e verbale che invita a una forma di distanziamento. Ancora una volta neanche un passo di danza. Grado zero del teatro. Scarnificazione dei codici dello spettacolo per lasciare intatta ed esposta la struttura, un discorso critico a partire dal corpo.
Dopo aver fatto shopping per tre mesi alla ricerca delle sua magliette parlanti, Jérôme Bel arriva a Prato, e se è vero che la cittadina toscana è la capitale del tessile, non c’è forse luogo più appropriato per indagare i meccanismi scenici nel risvolto di una trama sottile di segni.