EDITORIALI > Da Lavori in Pelle alle visioni di Danza urbana
Lavori in Pelle da dieci anni rappresenta una vetrina per la Giovane Danza d'Autore. Cresce nel cuore di una piccola cittadina che, miracolosamente, come accadde a Santarcangelo con il suo più famoso e longevo festival, coraggiosamente continua a investire in quella che non solo è programmazione raffinata e potente, ma anche necessità di riflettere concretamente sui nuovi processi produttivi connessi ai gruppi di giovane formazione. Si sviluppa nei luoghi della socialità, senza però abbracciare una modalità prettamente urbana. Di quello se ne occupa Ammutinamenti, festival ravennate specificatamente dedicato al rapporto tra le arti e l'architettura. Dietro al concetto di danza urbana si legano intimamente modalità spettacolari difficilmente proponibili in spazi convenzionali.
La fine degli anni '90 ha visto nascere numerose iniziative a carattere urbano, sottoscritte anche da festival prestigiosi o istituzionali che iniziano a programmare eventi in spazi non convenzionali. Il grande successo di pubblico poteva farlo sembrare un fenomeno di moda, constatarne la resistenza ci impone una riflessione di metodo. La dignità di genere deriva dalla creazione di nuovi codici e modalità performative, facendosi laboratorio di un modo alternativo di concepire e proporre lo spettacolo dal vivo. Sembra che il teatro abbia individuato strategie comunicative alternative, capaci di offrire allo spettatore una differente qualità esperienziale, l'accessibilità alle proposte artistiche e la libertà della fruizione sono maggiori: lo spettatore può soffermarsi incuriosito o andarsene, senza vincoli dettati dal pagamento di un biglietto. La democratizzazione della danza, che pare ancora essere arte elitaria, qui avvicina un pubblico giovane attraverso circuiti di programmazione meno istituzionali.