Fuoristrada, la coreografia indipendente a Ferrara hello
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il 14 e 15 il Teatro Comunale di Ferrara apre le sue porte per il sesto anno consecutivo ai giovani danzatori e coreografi italiani emergenti che si siano distinti nel panorama coreutico nazionale per una ricerca indomita e un pensiero originale sul gesto nella scena di oggi. Le due serate, inserite a pieno titolo nel cartellone del Festival di Danza Contemporanea del Teatro, fanno parte delle azioni della Rete Anticorpi XL, una forma di sostegno concreto dato a giovani gruppi inteso come formazione, produzione di spettacoli, promozione e circuitazione degli stessi, una buona pratica che valorizza tutte le forme del nuovo che danza, tanto da ricevere numerosi premi e riconoscimenti per la sua attività capace di far emergere il sommerso e l’invisibile.
La prima serata vede in scena gruppo nanou, noto per la scelta di valorizzare la relazione tra molteplici linguaggi con particolare riferimento al montaggio cinematografico: in Anticamera, ultimo episodio del progetto Motel, la “stanza” come elemento quotidiano diventa ambiente inquieto per un ristretto numero di abitanti. A seguire la compagnia NNChalance di Eleonora Gennari e Valeria Fiorini propone Episodio7, due corpi che vagano in uno spazio vuoto segnato da apparizioni luminose e oggetti immobili. Infine Giorgia Nardin, formatasi alla Northen School of Contemporary Dance di Leeds, porta in scena There And Then, parabola di un corpo in trasformazione e in tensione tra ciò che è accaduto e ciò che sta accadendo.
Il 15 la geografia si compone di altre tre nuove performance. Leonardo Diana porta in scena Verso la Luce, spettacolo che racconta senza parole la condizione umana, l'uomo disorientato e la sua ossessiva ricerca d'identità. A seguire il lavoro della “bolognese” Simona Bertozzi, intitolato Bird’s eye view. Appunti coreografici per Mimicry, «una sorta di danza con i 'fantasmi', una narrazione da e del corpo, che appare, scompare, si smembra e si ricompone nella rapidità di un volo». Infine Michela Minguzzi nel suo Thank You For Your Invisible Presence traduce il “non visibile” in una partitura coreografica per due danzatori silenziosa ed inafferrabile.
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