Orthographe si forma a Ravenna nel 2005 per volontà di Angela Longo e Alessandro Panzavolta, quando lo loro opera prima Orthographe de la physionomie en mouvement viene selezionata per Biennale di Venezia diretta da Romeo Castellucci. Come il successivo Tentativi di Volo (2007), siamo di fronte a una scena fantasmatica, in cui spettatori e attori abitano un dispositivo che funziona come camera ottica: gli uni ad assistere a ombratili figurazioni e movimenti proiettati, gli altri dietro allo schermo a produrli in tempo reale. Il percorso del gruppo ravennate si colloca all'intersezione fra arti visive, performance e teatro, è stato ospitato nei principali festival di arti sceniche e in importanti gallerie d'arte e si nutre di collaborazioni in ambiti disciplinari differenti (il musicista elettronico Lorenzo Senni, il fotografo Cesare Fabbri, l'artista Moira Ricci, fra i molti). Controllo Remoto, del 2009, ha come centro la rappresentazione della guerra: pose di plotoni, visioni di trincee, mirini puntati su paesaggi grigi e proiettati su un velo diafano che sfrangia i contorni di ciò che vediamo. Un automa a forma di triangolo rifrange un laser, fino all'entrata di un alce gonfiabile, come immersi nel luna park di un odierno videogame di battaglia. Parallelamente a opere più teatrali, la compagnia sonda le potenzialità di formati brevi dal carattere installativo, esponendo in forma di domanda talune “relazioni inaspettate”: fra numeri matematici e suoni (Erinnerung, 2007), fra paesaggi sonori e immagini prospettiche (Un posto sulla terra, 2008), fra musica elettronica e riproduzioni di volte stellate (Paradoxes, 2010/2012, progetto ospitato nei planetari e come i precedenti in collaborazione con Lorenzo Senni).
Il percorso di Orthographe nel 2011 esplode spazialmente nelle stanze di Una settimana di bontà _ stagione 1, che ha debuttato al Teatro Storchi all'interno del festival Vie. Ora ci si deve muovere attraverso tante “stazioni performative” abitate da presenze prelevate dall'odierna tele-realtà: alcuni tifosi che scrutano una registrazione della semifinale dei mondiali come se stesse accadendo in diretta, una stanza per la chat-roulette, un camerino con alla parete piccoli schermi su cui scorrono provini di ballerine, un altro da cui emerge un soave vocalizzo di un cantante in prova, che s'interrompe nell'imbarazzo generale non appena lo spettatore, spinto dall'ansiogeno meccanismo itinerante, sceglie di infrangere l'intimità aprendo una porta socchiusa. Prima di attraversare le stanze, il pubblico poteva sperimentarsi nel gioco da tavolo Cobain Affaire$$$. Insieme ad altri quattro spettatori si doveva indagare sulla morte della rockstar vendendo i propri indizi a un famelico editore, indagine che sarà ripresa nella seconda stagione, una trasmissione televisiva per il teatro in cui compariranno presentatori, vallette e musicisti per accompagnarci attraverso una verissima finzione (Una settimana di bontà _ stagione 2, 2012).
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