L’artista francese Pascal Rambert, conosciuto soprattutto come regista, è anche autore, coreografo e regista di cortometraggi. Nato nel 1962, dopo aver frequentato la Scuola del Teatro Nazionale di Chaillot, nel 1984 fonda la compagnia Side One Posthume Théâtre. Il suo teatro lavora sul corpo e sulla parola privilegiando una volta l’uno una volta l’altra, secondo la sua esigenza creativa. Territorio di lavoro privilegiato è il Tempo o meglio i momenti di passaggio che segnano la vita dell’uomo.
Dal 2007, succedendo al fondatore Bernard Sobel, diventa direttore artistico del Teatro di Gennevilliers (T2G) e lo trasforma in centro drammatico nazionale di creazione contemporanea, consacrato esclusivamente agli artisti in vita. Tale politica si riflette nel portare in scena, fin dagli inizi della sua attività artistica, solo opere scritte personalmente. Il successo è internazionale: i suoi spettacoli vengono allestiti in tutta Europa, Nord America e Asia ed è stato insignito di molti premi: "Météorologie prix spécial / Printemps du théâtre" (1985), "Prix de la villa Médicis hors les murs" / residenza ad Alessandria- Egitto (1991), "Prix de la villa Kujuyama" / residenza a Kyoto- Giappone (2003), "Prix du Syndicat de la critique pour Clôture de l'amour" "Migliore creazione di un’opera in lingua francese" (2012), "Grand Prix de Littérature dramatique 2012" per Clôture de l'amour, "Prix de l'auteur" per Clôture de l'amour ai Palmarès du théâtre (2013). Ospite di molti festival europei, nel 2013 è ospite a Modena a Vie dopo il successo di Clôture de l'amour presentato in lingua originale all’edizione 2012 e portato in scena nella versione italiana, diretta dallo stesso Rambert, durante la stagione teatrale 2012/2013. Creato al Festival Avignone 2011, Clôture de l'amour è un teatro di parola che analizza la fine di una relazione amorosa. Nonostante la centralità della parola, non meno importante è l’attenzione posta sul corpo, che diventa protagonista in Memento Mori, a Modena nel 2013 e sua terza coreografia dopo Libido Sciendi (2008) e Knockin’ on heaven’s door (2010). In queste opere di teatrodanza il filo conduttore è il movimento, indagato nelle sue diverse forme: la lentezza nel primo, l’estrema rapidità nel secondo e nell’ultimo il momento che precede l’atto stesso di muoversi, quella tensione iniziale del corpo che sta per spostarsi. In Memento Mori i cinque performer, nudi come Adamo ed Eva, si trovano all’origine dell’umanità prima della caduta dell’uomo. Il titolo Memento mori si lega agli altri titoli scelti da Rambert in cui è evidente la sua ossessione per il Tempo (After/Before, Le début de lʼA, Quand nous étions punk, Premier anniversaire… 50 minute).
(a cura di Sonia Logiurato)